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Influenza: boom di bambini ricoverati, lancia l’allarme il Policlinico di Palermo

Un incremento del 25-30% dei casi e, soprattutto, un “anticipo” della stagione epidemica con un trend che “se confermato nei numeri” rischia di rendere “insufficienti i posti letto disponibili” con la conseguenza di “non poter far fronte alle esigenze assistenziali in urgenza”. Anche a Palermo l’epidemia di virus respiratorio sinciziale che sta colpendo in tutta Italia bambini piccolissimi, con le terapie intensive tornate a riempirsi, preoccupa.

In parte era una situazione attesa – dice all’Adnkronos il professore Giovanni Corsello, direttore dell’Unità operativa complessa di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale del Policlinico di Palermo -. L’anno scorso con il lockdown e la chiusura delle scuole la circolazione di questi virus respiratori si è quasi azzerata per riprendere adesso con il ritorno alla socialità“.

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A Palermo abbiamo registrato non solo un maggior numero di bambini, anche di età prescolare, che si ammalano – spiega -, ma soprattutto un anticipo di queste infezioni che normalmente compaiono più tardi, a inverno inoltrato, nei mesi di gennaio-febbraio. Quest’anno, invece, già a settembre abbiamo avuto dei casi, anche di neonati, con infezioni respiratorie gravi che hanno avuto bisogno di ricovero in terapia intensiva o semi-intensiva“. Un trend nazionale che trova piena conferma nel capoluogo siciliano e che preoccupa i pediatri.

Siamo in allarme perché i numeri attuali lasciano prevedere che ci sarà un aumento di casi e, di conseguenza, anche di quelli potenzialmente gravi“, sottolinea Corsello. Il rischio? “Che il sistema ospedaliero non sia in grado di rispondere alle esigenze di ricovero di neonati e bimbi in terapia intensiva semi-intensiva“. Un rischio assai concreto. Almeno a giudicare dai numeri.

All’ospedale dei bambini ‘Di Cristina’ non c’è un reparto di terapia semi-intensiva pediatrica perché le ristrutturazioni sono in corso – spiega Corsello -. A Villa Sofia ci sono solo quattro posti letto, assolutamente insufficienti già in condizioni epidemiche normali e che quest’anno sicuramente non potranno far fronte alle richieste“.

Non va meglio sul fronte dei posti letto di terapia intensiva neonatale. “Al Cervello sono dimezzati perché una parte è riservata ai neonati con il Covid. Stesso discorso vale da noi al Policlinico, dove i posti di Intensiva sono quattro e quelli di semi-intensiva sette a fronte di una disponibilità che avevamo, e che speriamo di poter riavere il prima possibile, di otto posti di Terapia intensiva neonatale e di 16 di Terapia semi-intensiva“.

Una dotazione dimezzata perché “gli altri sono in perenne ristrutturazione, ormai da 8 anni, e purtroppo l’ente commissariale non ha inserito le strutture pediatriche e materno infantili tra le priorità. Così i fondi dell’emergenza sono stati utilizzati solo per la ristrutturazione delle terapie intensive e semi-intensive dell’adulto“.

Insomma i posti letto sono “al limite della capienza” e se a questo si aggiunge l’emergenza infettiva respiratoria in atto “sarà difficile poterli garantire” nei mesi di picco epidemico. “Se dovesse andare avanti questo trend i posti letto attuali di cui disponiamo non saranno più in grado di soddisfare tutte le esigenze – conclude -. E’ successo per gli adulti e gli anziani lo scorso anno, c’è il rischio che la cosa si verifichi anche in ambito pediatrico e neo-natologico”. Ecco perché, conclude, c’è “la necessità di aumentare prima possibile i posti letto neonatali ma soprattutto pediatrici“.

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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