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Sanità privata: l’Aiop chiede a Regione e Ars l’apertura di un tavolo

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L’Aiop chiede alla Regione e all’Ars l’apertura di un tavolo di confronto per discutere del personale della componente di diritto privato del servizio sanitario regionale.

Un sub emendamento contenuto nel collegato alla finanziaria regionale 2019, in calendario a Sala d’Ercole, prevede modifiche degli standard di personale infermieristico e parasanitario rispetto a quanto previsto dalla legge regionale che, attualmente, regolamenta le strutture.

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L’Aiop – che in Sicilia rappresenta 52 aziende sanitarie ospedaliere di diritto privato e 7 RSA, tutte accreditate con il Servizio sanitario regionale, ritiene che la proposta di legge creerebbe effetti destabilizzanti sul comparto, in una fase nelle quali i tetti di spesa sono bloccati dal 2007, anno nel quale la regione è entrata in piano di rientro, e si è riaperto, a livello nazionale, il confronto per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro.

In una lettera inviata ai presidenti della Regione e dell’Ars, all’assessore alla Salute e alla Sesta commissione sanità, il presidente di Aiop Sicilia, Marco Ferlazzo, sottolinea: “La proposta di emendamento ha suscitato allarme nel comparto in quanto, se dovesse essere approvata in questo momento, rischierebbe di mettere in crisi le aziende. L’Associazione non si oppone, in linea di principio, ad una revisione degli standard di personale contenuti nella legge, consapevole che si tratta di una legge datata che necessita di una manutenzione. Tuttavia, vanno effettuate alcune considerazioni rispetto all’opportunità di rivederla in questo particolare momento storico, nel quale le nostre aziende sono in uno stato di sofferenza e di precarietà: la Sicilia è da 12 anni in piano di rientro, per cui le aziende hanno subito tutte le misure restrittive in esso contenute“.

Inoltre, le nostre aziende, per ottenere l’accreditamento istituzionale con la Regione, hanno dovuto adeguarsi ai nuovi standard dell’accreditamento e, recentemente, si sono, altresì, dovute adeguare ai nuovi standard ministeriali del 2015 recepiti dalla regione. In considerazione di questo scenario complessivo – conclude Ferlazzo – chiediamo alle Istituzioni di riconsiderare la decisione dell’approvazione del sub emendamento e di aprire un tavolo di confronto per evitare di mettere in crisi un comparto che rappresenta una parte rilevante della realtà sanitaria ed economica della regione“.

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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