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La dieta paleolitica: a lungo termine può avere ripercussioni anche sulla salute del cuore?

La cosiddetta Dieta Paleolitica (Dieta Paleo o Paleodieta) è un regime alimentare tanto di moda quanto discusso, ideato da Loren Cordain, nutrizionista dell’Università del Colorado appassionato di alimentazione dell’era paleolitica.

Il modello dietetico si basa sull’ipotesi che il genoma umano non si sia adattato al consumo di prodotti agricoli e quindi si basa sul consumo di carne, pesce, uova, frutta a guscio, frutta e verdura; senza alimenti trasformati, cereali o prodotti lattiero-caseari inclusi. La dieta è promossa in tutto il mondo tuttavia, esclude cereali e latticini, gruppi alimentari che fanno parte delle linee guida dietetiche nazionali e internazionali basate sull’evidenza.

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I riflettori puntati su questo regime alimentare hanno permesso di evidenziare un aumento in misura significativa del rischio cardiovascolare e probabilmente anche quello oncologico e causa modifiche molto vistose della microflora batterica intestinale, con conseguenze ancora tutte da capire. Lo dimostra il primo studio controllato pubblicato sull’argomento, i cui risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista European Journal of Nutrition.

I ricercatori hanno selezionato 44 pazienti che da almeno un anno seguivano la dieta paleo e altre 47 simili per età e condizioni di salute che avevano una dieta equilibrata. E’ stato indagato, tra le altre cose, la differente composizione del microbiota. Hanno così visto che in media chi seguiva una dieta paleo avevano valori sanguigni doppi rispetto ai controlli di trimetilamina-N-ossido (o TMAO), una sostanza prodotta dalla microflora batterica intestinale (nello specifico dai batteri Hungatella) e ritenuta forte indicatrice di rischio cardiovascolare. Inoltre la dieta paleo porta un frequente consumo di carni rosse, spesso eccedendo i limiti consigliati dalla linee guida nazionali e ad una conseguente assunzione di grandi quantità di acidi grassi saturi, un altro fattore di rischio cardiovascolare, oltre alla modifica delle popolazioni batteriche presenti nell’intestino.

Visto che la caratteristica determinante della dieta paleo è l’esclusione di legumi, cereali, derivati del latte, oli e zuccheri raffinati, il microbiota si adegua e si seleziona. In questo modo quasi  scompaiono una serie di specie batteriche fondamentali che necessitano di zuccheri complessi come l’amido e le fibre fermentabili preziose.

Ma i batteri che vanno persi, sottolineano gli autori, in realtà sono preziosi per il mantenimento dell’equilibrio metabolico e della salute, soprattutto del cuore e dei vasi sanguigni, come l’eccesso di TMAO conferma.

Ancora una volta, va quindi consigliato un alimentazione equilibrata, senza eccessi né estremi, ad introito calorico controllato e con attenzione alla qualità degli alimenti.

di Raffaella Mallaci Bocchio
© Riproduzione Riservata
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