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Dentisti abusivi, 450 segnalazioni in tutta Italia: i dati presentati a Messina

Da gennaio 2018 a settembre scorso, su oltre ventimila accessi di ricerca, sono registrate 450 segnalazioni per situazioni a rischio di esercizio abusivo della professione di dentista. Nel 2017 i NAS hanno sequestrato in Italia beni nel comparto odontoiatrico per un valore complessivo di oltre 19 milioni di euro ed erogato oltre 154mila sanzioni amministrative. Sono alcuni dei dati allarmanti posti all’attenzione ieri mattina nella sede dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Messina, scelta dal Centro Studi in Odontoiatria, presieduto dal dottor Giuseppe Renzo, un osservatorio che si pone l’obiettivo di studiare e approfondire il grave fenomeno dalle sue origini e illustrare i rischi per la salute pubblica dalla sempre più preoccupante situazione dell’abusivismo della professione in Italia.

Presenti all’incontro varie associazioni di categoria e CAO (Commissioni Albo Odontoiatri) pronte a lanciare un ulteriore appello e grido d’allarme per una situazione che sta diventando dirompente e inaccettabile. Gli abusivi sono stati ‘pizzicati’ grazie all’app “Dentisti In App” un innovativo strumento del Centro Studi in Odontoiatria

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Si sono fatti importanti progressi – ha esordito Renzo, presidente Coordinamento regioni Sicilia e Calabria – ma è necessario mettere in campo molte altre azioni per contrastare questo fenomeno criminale che mantiene un’elevata incidenza nella sua illegalità e, tra l’altro, rischia di distruggere l’impegno e i sacrifici di chi ha studiato e lavora onestamente”. Intanto grazie a “DentistiInApp”, nata a fine 2017, sono venuti a galla numeri significativi ed elementi utili di riflessione sul fenomeno”.

Secondo i dati ufficiali forniti dai Nas, nel biennio 2015-2016 i beni sequestrati hanno superato quota 69 milioni di euro, mentre le sanzioni amministrative rimangono evidentemente sproporzionate: 154mila euro nel 2017, appena 21mila nel 2016 e 239mila nel 2015. Percentuali bassissime che sfiorano l’1%. Le regioni più colpite sono Lombardia, Piemonte, Veneto, Campania, Sicilia, Emilia Romagna e Lazio, ma si registrano ovunque casi. “In questi ultimi anni – ha continuato Renzo – grazie al coinvolgimento dell’opinione pubblica, all’azione di esperti e giornalisti, alla realizzazione dell’app e di siti web, ad esempio www.caoce.it, abbiamo ribaltato di fatto l’approccio al problema.

Oggi sono gli stessi fruitori e danneggiati, quindi i pazienti e i dentisti veri, a segnalare, denunciare e fornire a chi di dovere le informazioni utili alle indagini, nel pieno rispetto della legalità e della privacy. Il Centro Studi in Odontoiatria ha posto tra gli obiettivi primari della sua azione proprio lo studio dell’impatto sociale delle pratiche illegali in odontoiatria.

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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