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In aumento i casi Covid a Palermo, prevenzione dopo il lockdown: parla l’esperto | IL VIDEO

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In aumento i contagi a Palermo, un dato che non bisogna sottovalutare. Cresce la paura del contagio ma stavolta la prospettiva della pericolosità cambia: da una parte la vista di una riapertura e una ripresa della movida palermitana tornata quasi a pieno ritmo, dall’altra invece la presenza del virus in città che ancora non azzera completamente i ricoveri, in crescita in questi giorni.

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L’ospedale Cervello è la struttura Covid hospital in cui sono attualmente ricoverati nel reparto di malattie infettive i pazienti affetti dal virus. Sono 7 ad oggi i ricoveri registrati, l’ultimo caso riguarda come già risaputo la collega della 26enne presentatasi il 30 luglio presso la tenda triage del pronto soccorso, la quale accusava mancanza di gusto e olfatto oltre che una condizione febbrile. Oggi invece la donna somala positiva al coronavirus ha partorito alle prime luici dell’alba, la sua condizione è stabile ma si rimane in attesa dei risultati del tampone. Il resto è in lenta ripresa ma nessuno per fortuna è stato sottoposto alla terapia intensiva.

Abbiamo deciso di parlare con il dott. Salvo Siciliano dirigente medico della direzione medica del presidio Cervello per avere un parere diretto sull’attuale situazione e sulla pericolosità dei comportamenti di prevenzione che stiamo via via perdendo di vista dopo la fine del Lockdown.

A Palermo abbiamo assitito alla crescita e forse al raddoppio dei casi, questo desta preoccupazione, forse ci siamo abituati alla presenza del virus cambiando il nostro approccio alla situazione pandemica. Nonostante una ripresa di una normalità, cosa consiglia a chi vive nella nostra città?

«Siamo nella fase in cui dobbiamo imparare ad accettare, io direi in maniera dinamica a convivere con questa situazione, dobbiamo ricordare che gli elementi che ci hanno consentito il distanziamento e la conseguente riduzione drastica della diffusione del virus nella nostra comunità, sono elementi che continuano ad essere assolutamente validi, non siamo ancora nella fase di poter dire “è finito tutto, liberi tutti ricominciamo”, in questo momento dobbiamo ricordare che anche se nei locali è possibile tornare e aggregarci negli spazi pubblici, stiamo solo trovando delle strategie per potere convivere col virus, che è presente».

Vi è un cambiamente nel modo di presentarsi del virus, forse meno violento. Quali sono i sintomi più comuni attualmente, di cui dobbiamo preoccuparci sebbene siano più lievi rispetto al recente passato?

“Considerando che c’è anche una reattività dell’organismo individuale che è uno degli elementi che giustifica presentazioni diverse dei sintomi, è chiaro che quelli legati alle difficoltà respiratorie, tosse, stato febbrile con malessere sono i più diffusi. Ci sono stati anche casi di persone affette da otite”

Ricordiamo che la mascherina dopo un certo numero di ore va cambiata e di lavarle bene in caso di mascherine lavabili, preferire il sapone duro che permette di lavare al meglio i tessuti. Bisogna tenere a mente di indossare la mascherina nella maniera più consona possibile. Un altro elemento fondamentale è quello di coprire il naso, non è possibile vedere persone che indossano la mascherina tenendo solo la bocca coperta, il naso deve essere ben coperto solo così riusciamo a impedire un eventuale contagio”

È molto frequente da un periodo a questa parte vedere i giovani frequentare in massa i locali notturni, non utilizzando più la mascherina. Non crede che i commercianti si trovino in un momento di confusione dato il cambiamento di direttive istituzionali da un lato e dall’altro una riapertura che consentirebbe di ritornare a frequentare i locali?

“Nel momento che abbiamo ottenuto dei decreti che hanno pian piano permesso la ripresa, abbiamo l’opportunità di mettere in piedi un sistema di responsabilità reciproca. Se il gestore di un locale mi dice qualcosa, io lo devo ringraziare perchè è importante che lui me lo dica. Questo è l’elemento che abbiamo in mano: la responsabilità. Così possiamo pensare alla scuola, al tempo libero, ai luoghi di aggregazione, alle piscine, soltanto se c’è questa intesa tra chi vuole usufruire di un servizio perchè ci è dovuto e chi, esercente, dovendo fornire questo, ci fornisce l’opportunità di farlo in sicurezza.

di Fabiola Pepe
© Riproduzione Riservata
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