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Prevenzione dei disturbi mentali: fondamentale l’elaborazione dei traumi

trauma psichico

Il trauma è un evento inatteso, che stravolge l’esistenza di chi ne è coinvolto, ha un forte impatto emotivo e provoca problemi psichici o somatici nella persona, che non riesce a rispondere in modo adeguato alla situazione, inoltre la persona  può sperimentare  un rischio di incolumità per la sua vita. La reazione emotiva al trauma può essere di ipoarousal (rallentamento del battito cardiaco, riduzione della pressione arteriosa, respiro lento, ridotto tono muscolare, diminuzione delle capacità attentive) o al contrario di iperarousal (estrema attivazione fisiologica).

Il piano d’azione per la salute mentale 2013-2020 stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce che l’esposizione ad eventi stressanti in giovane età è una fattore di rischio ormai riconosciuto per l’insorgere dei disturbi mentali che si può prevenire.

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Le principali esperienze avverse che possono provocare un trauma sono: disastri naturali (terremoti, alluvioni), maltrattamenti, violenza diretta o assistita, abuso o molestie sessuali, incidenti stradali, lutto, separazione o abbandono, lavorare con situazioni traumatiche (medici, soccorritori, forze dell’ordine). Dopo un trauma la persona spesso si sente, tesa, stanca, demotivata, triste, irritabile, sperimenta sentimenti di vergogna e colpa, sensazione di pericolo imminente, perdita di controllo e adotta comportamenti di evitamento di situazioni che ricordano il trauma. Nonostante il passare del tempo il trauma rimane presente e il ricordo attiva fortemente le emozioni.

La presenza di questi sintomi può rappresentare per la persona un fattore scatenante prevalentemente per l’esordio del Disturbo da stress post-traumatico, ma anche per lo sviluppo di altri disturbi (disturbi d’ansia, disturbi depressivi, disturbi alimentari, disfunzioni sessuali e dipendenza da sostanze).

Un trattamento efficace per tale sintomatologia legata sia ad eventi traumatici che ad esperienze emotivamente stressanti è l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), che consiste in un un approccio psicoterapico interattivo e standardizzato, scientificamente comprovato da più di 20 studi randomizzati controllati condotti su pazienti traumatizzati e documentato in centinaia di pubblicazioni che ne riportano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie , inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.

La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni. Durante il vissuto di un evento traumatico, le risposte biochimiche da esso elicitate (quali l’adrenalina, il cortisolo) bloccano il sistema innato del cervello di elaborazione dell’ informazione, lasciando isolate in una stati neuorobiologica le informazioni collegate al trauma.

La terapia EMDR sfrutta la stimolazione bilaterale (movimenti oculari alternati, tamburellamenti, toni uditivi) per ristabilire l’equilibrio eccitatorio/inibitorio, permettendo una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali e favorendo un’attivazione delle regioni corticali del cervello che hanno una funzione associativa.

Ciò consente di trattare terapeuticamente il ricordo traumatico che poterà ad una riduzione o eliminazione della sintomatologia prodotta dall’esposizione singola o prolungata ad esperienze avverse.

di Valentina Palminteri
© Riproduzione Riservata
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