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Multimorbilità e politerapia nel paziente anziano: insediato gruppo di esperti nazionali per le linee guida | Video

 

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La multimorbilità o multimorbosità è definita come la presenza concomitante di due o più patologie nello stesso individuo, condizione che interessa oltre il 60% delle persone di età anziana ed è associata ad un aumentato consumo di risorse e a peggiori outcomes clinici per tali pazienti, mettendo in discussione i Sistemi Sanitari dei Paesi Occidentali, tradizionalmente orientati alla cura della singola patologia.

Il concetto di multimorbilità è però da distinguere da quelle di comorbilità o comorbosità, in cui si fa riferimento ad una patologia indice cui correlare o meno o sviluppo di altre condizioni patologiche. La multimorbilità meglio descrive quanto comunemente si osserva nel paziente anziano, in cui spesso non è possibile ad individuare una patologia dominante e si trova a fronteggiare più forme morbose allo stesso tempo.

In tali pazienti, le patologie croniche tendono a presentarsi in clusters, combinazioni ben definite, fra cui le due principali sono quelle di malattie cardiovascolari e neuropsichiatriche. Inoltre, fondamentale è effettuare una stratificazione del rischio, dal momento che non tutti i pazienti con multimorbilità hanno lo stesso profilo di rischio e la stessa probabilità di sviluppare outcomes negativi, anche in presenza della stessa combinazione di patologie.

La conseguenza diretta della multimorbilità è l’utilizzo di più farmaci, una condizione nota come politerapia. L’importanza del fenomeno della politerapia negli anziani è testimoniata da dati AIFA e del Rapporto Nazionale sull’uso dei farmaci in Italia, che mostrano un altissimo carico farmacologico nella popolazione tra i 75 e gli 84 anni, con il 55% dei soggetti trattati con 5‐9 farmaci e il 14% con 10 o più farmaci, con una spesa farmacologica media per singolo ultra-sessantacinquenne pari a 6 volte la spesa media per un individuo di età inferiore, escludendo i costi indiretti legati a possibili effetti avversi causati dai farmaci stessi.

La politerapia è spesso una diretta conseguenza dell’applicazione delle linee guida delle società internazionali alla popolazione geriatrica, che sono spesso sviluppate per singola patologia e non tenendo conto delle possibili interazioni tra i diversi farmaci (DDI). Per questo motivo, il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) ha rilasciato nel 2016 delle linee guida per la gestione del paziente con multimorbilità, in modo da fornire supporto ai medici che si confrontano con il paziente che presenta tali condizioni. Queste linee guida si affiancano ai ‘General Principles’ per la gestione della multimorbilità sviluppati dall’American Geriatrics Society (AGS) nel 2012. Tali linee guida trattano però solo marginalmente il problema della politerapia e della stratificazione del rischio e non esaminano il problema dei clusters di malattie.

In questo contesto, il 26 giugno 2019 al Centro di Medicina dell’Invecchiamento (Ce.M.I.) della Fondazione Policlinico universitario A. Gemelli- IRCCS si è tenuto il primo incontro del Panel di esperti individuati per la redazione di una Linea Guida Italiana su Multimorbilità e Polifarmacoterapia nel paziente adulto-anziano.

Professore Graziano Onder

L’iniziativa, promossa dalle società scientifiche SIMI (Società Italiana Medicina Interna), SIGG (Società Italiana di Gerontologia e Geriatria), SIGOT (Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio), FADOI (Federazione dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), SIF (Società Italiana di Farmacologia), sarà coordinata dal professore Graziano Onder (Università Cattolica del Sacro Cuore).

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Professore Salvatore Corrao

Tra i componenti degli esperti nazionali anche il professore Salvatore Corrao, direttore del dipartimento di medicina dell’ARNAS Civico di Palermo. L’idea è quella di sviluppare delle linee guida inter-societarie per la gestione della multimorbilità da adattare al contesto italiano, partendo da linee guida esistenti (NICE e AGS), e implementandole con focus specifici sulle tematiche di politerapia, clusters di patologie e stratificazione del rischio. Tale iniziativa avrà una durata temporale di circa un anno e le linee guida saranno disponibili nella seconda metà del 2020.

di Veronica Gioè
© Riproduzione Riservata
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