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Vaccini e campagna di richiamo: quando partono le terze dosi e come funzioneranno

Nonostante l’incertezza della durata della copertura immunitaria dei vaccini, già si considera di partire con le terze dosi da settembre. Come indicato recentemente dall’AIFA la stima più realistica di immunizzazione secondo gli esperti è di circa 9 – 12 mesi, sebbene diversi studi indichino un potenziale “scudo” di anni.

Se si considera che le vaccinazioni sono partite alla fine del 2020 e che per ottobre si aspetta una nuova ondata pandemica, la campagna di richiamo è già stata messa a punto da diversi Paesi. Se considereranno per prime le persone più a rischio come gli operatori sanitari e gli over 70.

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Tra i diversi paesi che stanno preparando la campagna di richiamo, vediamo il Regno Unito, il più colpito dalla variante Delta. La campagna sarà molto simile alla prima, dando quindi precedenza alle fasce più a rischio. Tra le categorie troviamo, oltre agli operatori sanitari e gli over 70, anche gli assistenti sociali che lavorano in prima linea, i soggetti adulti considerati “estremamente vulnerabili” e i pazienti immunodepressi.

L’idea è quella di unire anche il vaccino antinfluenzale, sia perché dimostrato che è in grado di offrire una protezione contro la Covid, ma anche perché si ritiene che possano risvegliarsi diversi virus respiratori, creando diverse epidemie piuttosto significative.

Il piano vaccinale nel Regno Unito verrà diviso in due fasi. Nella prima, dovrebbero essere vaccinate le seguenti persone:

  • Immunodepressi di età pari o superiore ai 16 anni;
  • I residenti delle case di cura per gli anziani (RSA);
  • Gli adulti di età pari o superiore ai 70 anni;
  • Le persone dai 16 anni considerate “estremamente vulnerabili” dal punto di vista clinico;
  • Gli operatori sanitari e sociali in prima linea.

La seconda invece dovrebbe riguardare:

  • Tutti gli adulti dai 50 anni in sù;
  • Tutti le persone tra i 16 e i 49 anni considerate a rischio per influenza o COVID-19;
  • Chi è in contatto stretto con pazienti immunodepressi.

 

 

di Ludovica Lazzaro
© Riproduzione Riservata
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