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Terapia nutrizionale nel diabete tipo 2, il ruolo della dieta “low-carb”

Un intervento dietetico è una pietra miliare della gestione del diabete come suggerito dalle linee guida nazionali ed internazionali. Diversi sono gli schemi dietetici proposti per la gestione di pazienti obesi con diabete tipo 2, alcuni molto validi in quanto supportati da adeguati studi scientifici, altri decisamente fantasiosi, da cui bisogna assolutamente diffidare.

Negli ultimi anni tra gli approcci dietetici maggiormente studiati c’è le dieta a basso contenuto di carboidrati detta low-carb, oggetto di un intenso dibattito tra chi la propone e chi continua a difendere lo stile alimentare mediteranno ipocalorico. La polemica, ovviamente, non riguarda soltanto l’efficacia dimagrante di queste diete, ma anche le loro ripercussioni sulla salute di chi le segue. Le diete low-carb possono essere considerate tali quando forniscono meno di 100 grammi di carboidrati al giorno, mentre la ripartizione di proteine e lipidi può variare.

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Questo regime alimentare è quasi sempre ipocalorico, cioè fornisce meno calorie rispetto a quelle richieste dall’organismo, ma ciò non toglie che le diete low-carb posso essere anche normocaloriche o ipercaloriche, tutto dipende dalla quantità degli altri nutrienti. Se la dieta low-carb non comprende grosse quantità di proteine e fornisce una quantità energetica moderata è quasi sempre di tipo chetogenico, ovvero determina la produzione rilevante di corpi chetonici.

Uno studio pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition tre anni fa e che ha suscitato molto interesse, ha confrontato gli effetti di una dieta a basso contenuto di carboidrati e una ad alto contenuto di carboidrati, entrambe ipocaloriche valutando la perdita di peso e i loro effetti a lungo termine sull’assetto glicometabolico di pazienti obesi con diabete di tipo 2. Le diete sono state inserite in un programma completo di modifica dello stile di vita che includeva attività fisica regolare e controllata. A distanza di un anno è stato visto che la perdita di peso ottenuta con i due tipi di dieta era comparabile, ma i pazienti che avevano seguito una dieta low-carb hanno ottenuto maggiori benefici in termini di variabilità glicemica, assetto lipidico riduzione dell’uso di farmaci per il diabete con potenziale riduzione dei costi di trattamento e degli effetti collaterali.

Quindi anche se è vero che, ad oggi, l’unico approccio efficace per il dimagrimento è una dieta ipocalorica in quanto “una caloria è una caloria” va ricordato che una caloria viene metabolizzata in modo diverso a seconda dal nutriente che la fornisce e dallo stato metabolico e clinico del paziente.

La dieta low-carb può essere un valido aiuto nel trattamento di pazienti con diabete di tipo 2 obesi e va intesa come una vera e propria terapia, non avventurandosi mai al fai-da-te, ma gestita da un nutrizionista esperto sotto controllo medico, valutando condizione clinica del paziente e terapia farmacologica.

di Raffaella Mallaci Bocchio
© Riproduzione Riservata
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