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Sindrome dell’intestino irritabile e sensibilità al glutine. Il ruolo della dieta, quali evidenze?

La Sindrome dell’Intestino Irritabile (o IBS – Irritable Bowel Syndrome) e la sensibilità al glutine non-celiachia (o NCGS Non-Celiac Gluten Sensitivity) sono due disturbi che hanno un forte impatto sulla qualità di vita di chi ne soffre. Nonostante il grande numero di lavori scientifici e i grandi passi avanti fatti per la loro definizione, molte sono ancora le incertezze riguardo la loro patogenesi e il trattamento. Il primo problema è l’incertezza riguardante la loro prevalenza nella popolazione che si stima tra lo 0,6% e l’11%, Questa enorme variabilità del dato si spiega principalmente per la mancanza di biomarcatori diagnostici.

Per la diagnosi di IBS si fa riferimento ai criteri di Roma IV mentre la sensibilità al glutine è stata definita a livello internazionale come ”una condizione in cui l’ingestione di glutine induce sintomi gastrointestinali ed extra-intestinali in assenza di celiachia o allergia al grano”.

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Il quadro clinico delle due condizioni spesso si sovrappone poiché i sintomi principali sono simili: gonfiore e dolore addominale, diarrea, astenia e nausea.

Cereali contenenti glutine (frumento, farro, orzo, segale) possono indurre i sintomi gastrointestinali in soggetti predisposti non celiaci, ma la molecola colpevole in questo caso è sconosciuta perché nei cereali sono presenti diverse molecole potenzialmente causa dei sintomi: non solo il glutine, ma anche fruttani (fruttoligosaccaridi come inulina e graminani) e proteine solubili.

Uno studio pubblicato quest’anno su Gastroenterology (https://www.gastrojournal.org/article/S0016-5085(17)36302-3/pdf) ha confrontato, per la prima volta,  l’azione del glutine e dei fruttani nell’indurre sintomi intestinali ed extra-intestinali in pazienti con sensibilità al glutine non-celiachia. È emerso che in questi pazienti i fruttani sembrano indurre più sintomi rispetto al glutine.

Diversi cereali, il cui consumo è quotidiano e spesso anche abbondante, sono ricchi di fruttani, in particolar modo frumento, farro, orzo e segale. Come si può notare, la lista dei cereali da evitare a causa dei fruttani si sovrappone a quella dei cereali contenenti glutine e gli stessi sono esclusi dalla dieta FODMAPs indicata per ridurre i sintomi nell’IBS.

Il dilemma è dunque: per la riduzione dei sintomi in casi di IBS e nella sensibilità al glutine qual è la dieta più indicata?  La risposta arriva dalle evidenze.

È dimostrato che i pazienti con IBS hanno una regressione dei sintomi con un periodo limitato e controllato di dieta Low-FODMAPs.

Mentre nei pazienti con sensibilità al glutine i sintomi sembrano essere indotti oltre che dal glutine anche dai fruttani.

di Raffaella Mallaci Bocchio
© Riproduzione Riservata
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