Sanità in Sicilia

Uno schiaffo alla Sanità

 

Siamo sicuri di volerci abituare e soprattutto rassegnare alla lettura quotidiana di aggressioni violente e ingiustificabili ai danni di medici e infermieri? Siamo certi di volerci “anestetizzare” davanti ai numerosi servizi tv in cui si racconta solo di errori di medici in trincea? Possiamo assistere inermi a scene di inaudita violenza nei pronto soccorso e in reparti ospedalieri che si moltiplicano in tutta Italia senza distinzione tra sud e nord?

E’ necessaria una presa di posizione. Bisogna riqualificare agli occhi (direi piuttosto ai cervelli) della gente il ruolo del medico e dell’infermiere, il significato profondo e autentico di queste professioni che, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono scelte per passione, per il desiderio forte e sentito non di “curare” la gente ma di “curarsi “ delle persone, di p r e n d e r s i c u r a che è un concetto che va ben al di là del semplice “curare”.

Sconcerto e indignazione devono lasciare il passo alla riflessione su ciò che sta succedendo nella nostra società. Bisogna capire il disagio dietro ai pochi, per fortuna, avvocati d’assalto che cercano spasmodicamente potenziali clienti per denunciare medici ed infermieri, quali sono i motivi dietro le denunce facili ad ogni morte magari di malati ormai terminali portati al pronto soccorso alla ricerca di un miracolo che non arriva, mentre magari quegli stessi pazienti meritavano di passare gli ultimi momenti della propria vita nella propria casa attorniati da affetti e non da flebo e cateteri vari.

All’ospedale pediatrico di Palermo “G. Di Cristina” si è consumato l’ennesimo episodio: fior di professionisti che con grande impegno e abnegazione dopo un estenuante intervento chirurgico non riescono a salvare la vita di un piccolo neonato con un’impresa che sembrava eroica anche prima di iniziare. Come premio schiaffi e trauma cranico, quattro medici mandati al pronto soccorso. Sono sbigottito per quanto accaduto anche perché questi professionisti li conosco e sono straordinari professionalmente e umanamente.

Questo episodio è l’ennesimo, dopo caschi in testa ai medici, sedie volanti verso infermieri, etc.. Cosa sta succedendo? Non ci sono più valori di riferimento? Credo che da una parte ci sia la responsabilità dei media con i proclami continui sulla malasanità, dall’altra c’è una società che sembra avere perduto il senso della morte e dell’ineluttabile.

La pretesa della gente è che si debba sempre sconfiggere “sora morte” di francescana memoria e depredarla in modo onnipotente della sua falce nonostante l’esortazione di Papa Francesco di imparare ad accettare la “sora morte corporale”. Questo certo non vuol dire fare finta di non vedere responsabilità del singolo o delle organizzazioni, ma certamente questa guerra tra cittadini e professionisti sanitari non fa presagire niente di buono. Bisogna recuperare la capacità di capire ciò che giusto e ciò che è sbagliato, riflettere sui concetti di morte e ineluttabile spesso sommersi dagli stimoli fantasmagorici della società dei consumi.

Un pensiero commosso va alla piccola vita che non c’è più ma un grande abbraccio ed un grazie va ai professionisti offesi nella loro dignità e a tutta quella moltitudine silenziosa di medici e infermieri che nella normalità di ogni giorno si prende cura delle persone e che cerca di rispondere ai loro bisogni e alleviare la loro sofferenza.

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