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Salute dentale, Schillaci: “Necessarie campagne di prevenzione e cura per fasce deboli”

Solo 4 italiani su 10 vanno regolarmente dal dentista e, tra chi non lo, fa il motivo principale è quello economico. La conseguenza è che oltre 18 milioni di persone hanno carie non trattate e una quota crescente della popolazione rinuncia a cure, come dimostra il calo delle spese dal dentista rispetto al pre pandemia. Mentre il 20 marzo si celebrava la Giornata Mondiale della Salute orale, a riportare il problema al centro dell’attenzione sono i dentisti, che rilanciano il messaggio dell’Oms. A raccogliere l’appello è il ministro della Salute Orazio Schillaci che rassicura: “Cure dentali sociali per le fasce deboli della popolazione sono nell’agenda del governo”.

Il settore dentale è un comparto che in Italia vale circa 15 miliardi di euro tra prestazioni, dentiere, apparecchie servizi, dando lavoro a oltre 180.000 addetti, tra dentisti, igienisti personale ausiliario, odontotecnici e dipendenti dell’industria. Secondo il rapporto RBM-Censis gli italiani spendono circa 9,5 miliardi per le cure dentali, quasi tutti di tasca loro, mentre il servizio sanitario copre meno di 500 milioni. “Il 60% degli italiani – spiega Enrico Gherlone, membro del Consiglio Superiore di Sanità e consigliere del ministro della Salute per l’odontoiatria – non va dal dentista, in genere perché non può permetterselo” anche perché “il 95% delle cure dentali avviene in regime privato. E le famiglie oggi spendono meno del pre Covid. Nel2022la spesa per le cure dentali è stata del 14% inferiore al 2018”.

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Di fatto, ha ricordato il ministro Schillaci, “In Italia il 36% dei bambini, ovvero oltre 1 milione e 800 mila, ha carie non trattate; percentuale che negli adulti è del 29,6%, pari a 16 milioni e 900 mila persone”. La perdita di denti “riguarda invece 6 milioni e 300 mila persone sopra i 20 anni”. Per questo, ha aggiunto, “la salute orale è dell’agenda di governo e necessita di un programma di odontoiatria sociale, che preveda sia campagne di prevenzione che di cura”, in particolare per “le fasce deboli come i bambini e glianziani”. Rispetto alla modalità, ha specificato Schillaci, “una prima proposta di revisione dei prestazioni livelli essenziali di assistenza in tema di salute orale, e che stiamo valutando, è stata portata alla mia attenzione dal Consiglio Superiore di Sanità, dove è stato istituito un Gruppo di Lavoro”.

Tra le possibili soluzioni però, ha aggiunto, bisogna puntare anche “iniziative incentrate sulla sinergia tra strutture pubbliche, Università e industria”. Intanto per i casi con maggior disagio economico interviene il volontariato: dalla cura delle carie alle estrazioni, in 10 anni presso il Centro Odontoiatrico della Caritas sono state eseguite 21.766 prestazioni e sono stati curati 2.900 pazienti per il 35% italiani.

di silvia De Luca
© Riproduzione Riservata
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