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Prevenzione della fibrillazione atriale: lo smartphone per monitorare il ritmo cardiaco

La fibrillazione atriale rappresenta la più comune aritmia dell’adulto con tassi elevati di morbilità e mortalità qualora non diagnosticata in tempo.

Considerando la significativa diffusione degli smartphone nei gruppi di popolazione di età più avanzata, tale tecnologia potrebbe a breve fornire un supporto considerevole per la prevenzione di tale patologia.

Salemi_mobile

La fibrillazione atriale rappresenta la più comune aritmia dell’adulto. Tale aritmia è causa del 20-30% di tutti gli ictus ischemici e qualora non diagnosticata e trattata precocemente aumenta significativamente la morbilità e la mortalità nei pazienti affetti. La fibrillazione atriale asintomatica e non diagnosticata è abbastanza comune e molti pazienti risultano di conseguenza non in trattamento farmacologico antitrombotico.

Uno screening è raccomandato nei pazienti over 65, ma richiede tempo, risorse economiche e di personale non indifferenti seppur i costi delle complicanze che tale patologia può determinare risultano essere significativamente più alti dei costi necessari per la prevenzione di tale patologia.

Lo studio DIGITAL-AF ha esaminato la fattibilità e l’efficacia dello screening per la fibrillazione atriale mediante l’utilizzo di una applicazione per smartphone certificata a livello medico nell’UE e resa disponibile gratuitamente.

In 48 ore sono stati arruolati nello studio 12.328 pazienti e sono stati istruiti ad utilizzare il proprio smartphone per monitorare il proprio ritmo cardiaco due volte al giorno per una settimana.

L’applicazione prevedeva l’utilizzo della fotocamera posteriore e mediante il posizionamento dell’indice sinistro davanti alla stessa per un minuto veniva valutato il ritmo cardiaco. Le misurazioni del ritmo cardiaco sono state classificate automaticamente come ritmo regolare, possibile fibrillazione atriale, altro ritmo irregolare o qualità insufficiente.

Qualora i partecipanti allo studio avessero sintomi come palpitazioni, mancanza di respiro o stanchezza, veniva consigliato loro di segnalarli nell’applicazione.

Le misurazioni che indicavano fibrillazione atriale o altri ritmi irregolari sono state esaminate da tecnici esperti nell’analisi dei segnali di fotopletismografia, sotto la supervisione di cardiologi.

Nei partecipanti ai quali venisse riscontrata una possibile fibrillazione atriale o un ritmo irregolare veniva consigliato di consultare il proprio medico curante.

L’età media della popolazione sottoposta a screening era di 50 anni e il 58% era di genere maschile. Un totale di 9.889 (80%) dei partecipanti aveva un normale ritmo sinusale regolare, 136 (1,1%) avevano una fibrillazione atriale, 2.111 (17%) avevano altri ritmi irregolari, e 191 (2%) avevano misurazioni di qualità insufficiente per l’analisi. L’età media del gruppo di fibrillazione atriale era di 63 anni e sette su dieci erano uomini.

Tre quarti non ha avuto sintomi. Per quanto riguarda il tipo di fibrillazione atriale, in 38 pazienti (28%) era “persistente o permanente” e rilevato alla prima valutazione ed in 98 (72%) era “parossistica”, di cui sono stati rilevati 13 casi sulla prima misurazione.

In sessanta pazienti era stata precedentemente diagnosticata FA, di cui 17 (28%) hanno avuto un aggiustamento terapeutico dopo aver consultato il medico di riferimento.

Considerando la significativa diffusione degli smartphone nei gruppi di popolazione di età più avanzata, i quali rappresentano la quota più suscettibile alla fibrillazione atriale, con ragionevolezza possiamo dunque pensare che tale tecnologia possa a breve fornire un supporto considerevole per la prevenzione di tale patologia ed evitare le conseguenti complicanze che ad oggi rappresentano un significativo dispendio di risorse umane ed economiche per il nostro Sistema Sanitario oltre ad essere causa di significativa morbilità e mortalità per i pazienti affetti da tale patologia.

Le innumerevoli potenzialità dell’innovazione tecnologica a cui assistiamo giorno dopo giorno possono dunque significativamente supportare la necessaria riorganizzazione dell’assistenza sanitaria oggi sempre più in difficoltà a causa di personale e risorse economiche sempre più ridotti.

Si prospetta così una nuova e moderna modalità di prevenzione inerente a tale patologia che può inoltre contribuire a superare i vincoli di distribuzione territoriale soprattutto nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse umane ed economiche ad oggi disponibili.

di Gregory Dendramis
© Riproduzione Riservata
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