Sanità in Sicilia

Pandemia e biocontenimento: strategie per il futuro, l’evento all’Ordine dei medici di Palermo CLICCA E GUARDA IL VIDEO

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Strategia e futuro del biocontenimento in Italia al centro del dibattito dell’evento “Pandemia e Rischio Biologico”, svoltosi a Villa Magnisi, sede dell’Ordine dei medici di Palermo. Nel corso dell’evento, organizzato dall’Omceo in collaborazione con Human Biosafety Health, sono intervenute personalità di risalto nell’ambito del biocontenimento e dei soccorsi come Marco Lastilla, Col. capo del centro aeromedico specialistico Istituto Medicina Aerospaziale, Francesco Maraglino, direttore Ufficio 5 Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Ulrico Ageloni, Dirigente medico Segretario Generale del Ministro della Salute.

Toti Amato

Questo è un evento che si collega ai precedenti eventi e ad una forte collaborazione col Ministero della Salute. Noi, grazie a queste collaborazioni, abbiamo già dal 2019 preparato dei corsi di formazione sul biocontenimento durante pandemie o epidemie. Ci siamo trovati, all’esordio della pandemia, a potere dare già un modello formativo che è servito non solo alle forze dell’ordine ma a tutti quelli che avevano bisogno di difendersi“, dichiara il “padrone di casa” Toti Amato, presidente dell’ordine dei medici di Palermo e componente del direttivo Fnomceo.

La Sicilia è bene organizzata – prosegue Amato – l’Assessorato e i vari commissari hanno lavorato bene. Con la collaborazione principalmente dell’Aeronautica militare e delle forze dell’ordine siamo riusciti ad intervenire in quei settori dove il servizio sanitario non poteva arrivare in modo immediato“. Il previdente supporto formativo ha quindi consentito di poter portare avanti attività di soccorso da un personale preparato in tempo di pandemia da Covid.

Marco Lastilla

Sono circa 20 anni in cui l’Aeronautica militare svolge il servizio di soccorso aereo d’emergenza per il contenimento: “L’esperienza con la regione Sicilia e con l’Omceo di Palermo si rinnova: ormai da tre anni questo progetto vive in modo comune perché questo lavoro non si può fare se non in sinergia con tutte le altre amministrazioni dello Stato“, afferma Lastilla.

La Sicilia però è un territorio complicato: “Questo territorio offre, sia per la sua grandezza che per i flussi migratori, un ambiente importante e necessario da conoscere. È necessario essere preparati e pronti, oltre ad avere i sistemi per il trasporto“, continua. L’evento di oggi ha avuto lo scopo di fare il punto della situazione post pandemia: “Quello che facevamo prima serviva a formarci e costruire quello che poi è servito durante l’evento pandemico. I numeri inizialmente erano piccoli, poche persone si preoccupavano di questa problematica e non si conoscevano le procedure, ma la capacità di poter assistere tanti pazienti infettivi è stata possibile grazie alla formazione che noi oggi rinnoviamo grazie agli aggiornamenti“, conclude Lastilla.

Francesco Maraglino

L’evento ha consentito anche di poter condividere diverse esperienze: “La condivisione è stata sul biocontenimento quindi su una serie di attività che consentono di trattare e trasportare persone affette da malattie infettive in assoluta sicurezza anche per gli operatori sanitari“, così Maraglino. “Con questo genere di esperienze quella dell’Aeronautica militare, dal reparto di sanità pubblica della Croce Rossa in collaborazione col Ministero della Salute sono un’eccellenza a livello europeo. È quindi un’esperienza da condividere anche con gli altri partner europei“, conclude.

Sono 7mila circa i trasporti effettuati negli ultimi anni di pandemia dalla Croce Rossa Italiana: “Questi sono avvenuti sia sulla parte intraospedaliera e interospedaliera per aiuto e supporto al 118 e quasi il 50% dei trasporti italiani sono avvenuti in Sicilia che non è stata colta alla sprovvista“, afferma Angeloni.

Ulrico Angeloni

Nell’ambito della pandemia i livelli di biocontenimento utilizzati sono stati adattati alla nuova situazione: “Il livello di biocontenimento utilizzato è per una classe terza, eravamo preparati per l’ebola, cosa che il Covid non è – continua – Il progetto era nato per quello e invece si è visto che è stato utile anche per la pandemia perché metteva in sicurezza gli operatori. È stato quindi impegato il livello massimo di sicurezza”,conclude

 

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