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Operatori Socio Sanitari, Mantione: “Eroi usa e getta. Dopo pandemia nessun riconoscimento”

“Non abbiamo mai smesso con la nostra Associazione di categoria il monitoraggio della professione che ha visto con il Covid-19 il suo massimo impegno, ma ad oggi, noi O.S.S., nonostante il continuo lavoro affrontato con abnegazione, non siamo soddisfatti”. Lo dichiara la Presidente della AI.P.O.S.S. Laura Mantione, denunciando le numerose disuguaglianze a livello formativo che intercorrono tra regioni del Nord e del Sud.

In Sicilia il numero degli Operatori Socio Sanitari supera di gran lunga quello degli infermieri e la loro presenza si è rivelata cruciale sin dai primi giorni della pandemia. “Il personale O.S.S. ha agito in primissima linea occupandosi dei bisogni primari del paziente e in alcuni casi, i più sfortunati, accompagnandolo fino alla morte. – spiega Mantione – Se non fosse stato per il supporto degli O.S.S., gli infermieri, oberati dal troppo lavoro, non sarebbero riusciti affrontare da soli quella situazione tanto drammatica.”

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LA CATEGORIA COSA VI CHIEDE COME ASSOCIAZIONE?

“Arrivano mail da tutta Italia. Un forte incremento lo abbiamo maturato durante il periodo Covid. Molti erano impauriti, impietriti davanti un nemico che li ha sfidati. Il contributo di un solo O.S.S. durante l’emergenza, ha segnato già quello che è il futuro di tutta la categoria e del contributo encomiabile che tutti hanno dato reggendo le aziende. Adesso -aggiunge – la categoria ha bisogno di essere riconosciuta giuridicamente”.

“L’O.S.S., infatti, non è una figura giuridicamente riconosciuta e ci stiamo battendo per questo. Non esiste ancora un registro nazionale o dei crediti di formazione ECM che portano ad un continuo aggiornamento della formazione, indispensabile per permettere agli O.S.S. di stare al passo con le terapie e le malattie in continuo mutamento” ci spiega la Presidente.

Ma nonostante ci sia ancora molto lavoro da fare, molti sono i successi già raggiunti dalla Presidente Mantione: la creazione di un registro regionale per gli O.S.S. siciliani ne è un esempio.

“L’idea di un registro regionale è stata per me una idea che ho ottenuto con grande perseveranza, ma per portare avanti gli O.S.S. ci vuole un cambiamento radicale. Gli O.S.S. sono la categoria del futuro ma ciò che conta è che sono la categoria attuale, la categoria del momento. Mi ispiro molto ai modelli alternativi, quelli che aiutano a capire e comprendere le cause e le dinamiche che hanno gravato sulla categoria. La pandemia ha accelerato ad ampio raggio la presenza degli O.S.S. quindi penso che il tempo della proposta potrebbe essere maturo solo dopo aver realizzato e concretizzato un qualcosa di nuovo e di imminente”.

ADESSO, SUPERATA L’EMERGENZA DELLA PANDEMIA, IN CHE SITUAZIONE SONO GLI O.S.S.?

“La pandemia ha scoperchiato molte pentole. Si sono aperti molti temi riguardo al SSN che hanno suscitato parecchie discussioni in materia. Tutto ha sviluppato, in prospettiva della legge di bilancio e del milleproroghe degli obiettivi concreti ed ambiziosi colmando quel vuoto percepito anche dagli O.S.S. . Io considero le aziende sanitarie come collane di perle che hanno un valore. Se una di queste perle manca, la collana non potrà essere integra nel suo valore. Anche gli O.S.S. sono perle e hanno retto un urto che li ha resi presenti.

Si attendono le stabilizzazioni di questo personale che maturano già i requisiti di legge e che vanno premiati per aver messo la loro stessa vita a rischio. Non dimentichiamo perché sarebbe incostituzionale togliere il lavoro. Una regione è virtuosa quando offre il lavoro e produce e il Milleproroghe potrebbe darci questa possibilità”.

E’ SODDISFATTA DEGLI OBIETTIVI RAGGIUNTI FINO AD ORA E COSA AUSPICA PER IL FUTURO?

“Io ho avuto l’onore di rappresentare l’intera categoria in Campidoglio e la nostra Associazione è stata premiata come Migliore Associazione livello nazionale. Questo grande risultato è stato raggiunto perché abbiamo saputo rappresentare gli O.S.S. in un momento difficilissimo per la nostra Nazione. Un momento che non dimenticheremo mai. Di solito nelle guerre i soldati sono addestrati a combattere. Il personale sanitari invece si è dovuto addestrare da solo, con quello che potevano usare anche in materia di DPI. Non dimentichiamo che all’inizio è stata una guerra senza armi”.

“Le prerogative che mi sono prefissata sono molto semplici: depositare una proposta di legge – che ancora non vogliamo rivelare – a Roma”.

E’ RIUSCITA A DIFFERENZIARSI DA ALTRE ASSOCIAZIONI RIUSCENDO A FAR EMERGERE GLI O.S.S.; A COSA DEVE QUESTO SUCCESSO?

“Al mio modo di ragionare. Non occorrono i proclami per portare avanti le situazioni. L’onestà e la trasparenza sono due elementi fondamentali che mi distinguano come Presidente della categoria. Non occorrono tanti giri di parole per arrivare agli obbiettivi. Io seguo sempre il tempo”.

“Non ho mai seguito le altre Associazioni, anzi non so neanche quante ce ne siano in Italia perché ho seguito un solo obiettivo e cioè quello di portare in alto la categoria. Magari ci arriverò perché le basi si sono gettate ma occorre un iter fondamentale che vede la figura proiettata in un futuro non tanto lontano.

di silvia De Luca
© Riproduzione Riservata
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