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Obesità in aumento nelle aree rurali rispetto alle città

La Sicilia conta una percentuale del 47,9% tra persone obese (9,2%) e sovrappeso (38,7%). Un dato che attesta questa patologia come un problema sociale, in linea con i numeri preoccupanti del Paese: 6 milioni di obesi e 500 mila grandi obesi. Un bambino su tre in sovrappeso e uno su quattro addirittura obeso. 

Esiste una differenza tra chi vive in aree rurali e chi vive in città?

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Ebbene, l’obesità sta aumentando più rapidamente nelle aree rurali del mondo rispetto alle città. È quanto rileva uno studio sui trend mondiali dell’indice di massa corporea (Body mass index, Bmi), condotto dall’Imperial College di Londra, i cui risultati sono stati pubblicati questo mese sulla rivista Nature, nell’articolo “Rising rural body-mass index is the main driver of the global obesity epidemic”.

L’analisi ha incluso 2009 studi di popolazione, coinvolgendo una rete di oltre 1000 ricercatori in tutto il mondo, con misurazioni di altezza e peso in più di 112 milioni di adulti di 200 Paesi e territori, per stimare i trend nazionali, regionali e globali del valore medio del Bmi stratificato per luogo di residenza (area rurale o urbana) dal 1985 al 2017.

Dai dati emerge che, a livello mondiale in questi 33 anni, l’indice di massa corporea è cresciuto mediamente di 2,0 kg/m² nelle donne e di 2,2 kg/m² negli uomini (che equivale a un aumento di peso corporeo di circa 5-6 kg) e che tale aumento è stato maggiore nelle zone rurali.

La collaborazione scientifica ha consentito di rilevare che dal 1985 il Bmi medio nelle aree rurali è aumentato di 2,1 kg/m² sia nelle donne che negli uomini, mentre nelle città, l’aumento è stato di 1,3 kg/m² e di 1,6 kg/m², rispettivamente nelle donne e negli uomini.

Contrariamente al paradigma dominante secondo cui l’urbanizzazione sarebbe uno dei più importanti fattori dell’epidemia mondiale di obesità, i dati di questo studio dimostrerebbero quindi che oltre il 55% dell’aumento globale del Bmi medio dal 1985 al 2017, e più dell’80% in alcune regioni a basso e medio reddito, è dovuto all’aumento del Bmi nelle zone rurali.

Anche nei Paesi ad alto reddito e industrializzati, è stato registrato un livello di indice di massa corporea lievemente più elevato nelle aree rurali, in particolare per le donne. L’Italia ha partecipato allo studio con 48 coorti; l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha fornito i dati delle coorti di popolazione del Progetto Cuore e con le coorti Ilsa-Italian Longitudinal Study on Aging e Iprea-Italian Project on the Epidemiology of Alzheimer’s disease.

In Italia, il Bmi medio per le donne è diminuito da 25.4 kg/m² a 24.3 kg/m² nelle zone rurali ed è rimasto sostanzialmente stabile nelle zone urbane da 24.6 kg/m² a 24.5 kg/m²; negli uomini, il valore di Bmi medio aumentato sia nelle zone rurali (da 25,1 kg/m² a 26,1 kg/m²) che nelle zone urbane (da 24,9 kg/m² a 26,3 kg/m²).

L’analisi dei dati sottolinea l’urgente necessità di implementare un approccio integrato alla nutrizione nelle aree rurali che favorisca l’accesso ai cibi sani sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della disponibilità, in modo da evitare di sostituire lo svantaggio della denutrizione rurale nei Paesi poveri con uno svantaggio di malnutrizione più generale che comporti l’eccessivo consumo di calorie di bassa qualità.

di Giuseppe Natoli
© Riproduzione Riservata
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