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Nuove droghe abbinate al sesso, allarme Chemsex: quali i pericoli e come intervenire? Il convegno a Palermo

Chemsex, Nps, Harm reduction e nuove terapie antivirali” è il titolo del convegno che si terrà a Palermo, l’1 febbraio 2019, all’Hotel NH Foro Italico Umberto I.

Mentre i consumi delle droghe di tipo tradizionale sono rimasti stabili, l’uso delle cosiddette Nps (New psychoactive substances) è cresciuto rapidamente nel corso dell’ultimo decennio. Più della metà dell’incremento complessivo è avvenuto durante gli ultimi tre anni, un dato che sottolinea l’accelerazione in atto nell’espansione del mercato.

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L’Italia è al sesto posto su 35 paesi per l’uso di queste sostanze, con il 5% di studenti che attesta di aver provato Nps almeno una volta nell’ultimo anno. In continua evoluzione come numero e composizione, le Nps si possono semplicisticamente suddividere in due categorie principali: legal highs e designer drugs. Vendute online e negli smart shop, le legal highs sono droghe commercializzate con un packaging accattivante e pensate per un uso ricreativo.

Si tratta di sostanze non regolamentate che solitamente imitano gli effetti di droghe già conosciute. Il termine comprende una vasta gamma di stupefacenti, sintetici e/o di origine vegetale, ma anche i cosiddetti “prodotti chimici di ricerca”, commercializzati col pretesto di un utilizzo scientifico. Sono droghe rivolte agli psiconauti, persone che vogliono sperimentarne gli effetti sulla percezione e sulle capacità cognitive.

Le designer drugs vengono invece prodotte in laboratori occulti, gestiti prevalentemente dalla criminalità organizzata. Sono droghe create apposta per eludere i controlli attualmente in vigore, apportando piccole modifiche alla struttura molecolare di stupefacenti già noti.

La manipolazione dà come risultato nuove sostanze psicoattive, con effetti simili a quelli delle droghe già considerate illegali, ma in grado di sfuggire ai controlli e che possono rivelarsi ancora più pericolose per l’organismo.

Chemsex è una terminologia nata in Gran Bretagna per descrivere pratiche di sesso intenzionale sotto l’influenza di droghe psicoattive.

Ancora non si hanno a disposizione dati precisi sul fenomeno, ma sempre più giovani, soprattutto ma non esclusivamente MSM, praticano il sesso con l’utilizzo di sostanze psicoattive sintetiche allo scopo di modulare e amplificare le sensazioni.

La percezione è che il fenomeno sia in crescita deriva non più soltanto da segnalazioni isolate su riviste mediche, ma soprattutto dall’analisi delle cartelle cliniche degli ambulatori specialistici e dei pronto soccorso. Oltre ai pericoli dell’intossicazione acuta, si registra una recrudescenza di infezioni sessualmente trasmissibili (es., epatite, HIV, IST) e di gravi interazioni farmacologiche, con esito spesso mortale.

Quest’ultimo aspetto è amplificato dall’attuale disponibilità di diversi farmaci antivirali (anti-HIV e anti-epatite C), che possono interagire significativamente con le sostanze utilizzate da coloro che praticano il Chemsex. Le strutture sanitarie pubbliche non dispongono di una strategia specifica e di servizi dedicati a questa problematica.

Il problema è attualmente affrontato in modo discontinuo e frammentario dai Servizi per le dipendenze, dai DH, dai Pronto Soccorso, dagli ambulatori di psichiatria e da quelli di malattie infettive e di MST.

Queste considerazioni sottolineano l’importanza di allestire gruppi info-educativi in un’ottica di riduzione del danno, mettendo insieme tutte quelle professionalità coinvolte nella gestione della problematica (farmacologi, infettivologi, psichiatri, psicologi, esperti in MST e in nuove droghe, medici del PS, associazioni pazienti) al fine di costruire insieme una conoscenza globale del fenomeno.

 

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di Redazione
© Riproduzione Riservata
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