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La Sicilia agli ultimi posti per adesione agli screening: i numeri che allarmano

La Sicilia si conferma tra le regioni italiane con le percentuali più basse di adesione ai programmi di screening oncologici gratuiti. È quanto emerge dal report 2023 dell’Osservatorio nazionale screening (Ons), analizzato dalla Fondazione Gimbe. Nonostante l’invio degli inviti alla popolazione target sia, in alcuni casi, anche superiore alla media nazionale, è proprio la risposta dei cittadini a rimanere insufficiente, con conseguenze gravi in termini di diagnosi mancate.

I dati siciliani:

  • Screening mammografico: estensione 83,7% (media Italia 93,6%); adesione 28,3% (media Italia 49,3%) – Sicilia 18ª tra le Regioni.

  • Screening cervicale (tumore del collo dell’utero): estensione 114,9% (media Italia 111%); adesione 26,1% (media Italia 46,9%) – Sicilia penultima tra le Regioni.

  • Screening colon-rettale: estensione 97,9% (media Italia 94,3%); adesione 14,5% (media Italia 32,5%) – Sicilia 19ª tra le Regioni.

La Fondazione Gimbe sottolinea che, come in altre Regioni del Mezzogiorno (eccezion fatta per la Basilicata), anche in Sicilia i bassi livelli di adesione non dipendono solo dalla scarsa sensibilizzazione della popolazione, ma anche da carenze organizzative nella gestione degli inviti. In particolare, l’estensione inferiore al 100% per lo screening mammografico segnala difficoltà strutturali nel raggiungere l’intera popolazione target.

Oltre 50mila diagnosi mancate in Italia

Il quadro nazionale non è più confortante. Secondo la Fondazione Gimbe, nel 2023 oltre 50mila diagnosi tra tumori e lesioni pre-cancerose non sono state effettuate a causa della scarsa adesione agli screening oncologici organizzati. Solo 6,9 milioni di persone, su quasi 16 milioni invitate, hanno partecipato ai controlli.

I dati stimati dalle mancate adesioni sono allarmanti:

  • Tumore della mammella: circa 10.900 carcinomi non diagnosticati, di cui 2.400 invasivi di piccole dimensioni.

  • Cervice uterina: circa 10.300 lesioni pre-cancerose non intercettate.

  • Colon-retto: oltre 5.200 tumori e circa 24.700 adenomi avanzati non identificati.

“Adesioni ancora troppo basse e profonde diseguaglianze territoriali mettono a rischio lo strumento più efficace per la diagnosi precoce dei tumori”, afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. “Nel 2023 – continua – si è registrato un miglioramento nel numero degli inviti e nella copertura, ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo fissato dal Consiglio Europeo: garantire entro il 2025 una copertura degli screening oncologici ad almeno il 90% della popolazione target”.

di Riccardo Vaccaro
© Riproduzione Riservata
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