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La scienza contro i glioblastomi: aumenta la sopravvivenza dei pazienti

Si chiama terapia Ttfields e si tratta dell’ultima frontiera nella lotta contro il cancro. La terapia, basata sull’utilizzo di campi elettrici che inibiscono la divisione delle cellule tumorali e che vengono inviati nella regione colpita dal cancro attraverso un dispositivo medico portatile, ha dimostrato di aumentare la sopravvivenza dei pazienti con un glioblastoma di nuova diagnosi, grave forma di tumore al cervello.

Lo conferma il primo studio di real world in questo campo, presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco).
Alcuni studi sulla terapia Ttfields sono stati già condotti negli anni scorsi, ma questa è la prima ricerca real world, cioè di “vita reale”, in cui vengono inclusi pazienti non selezionati, spesso anziani e con comorbidità, a differenza di quanto avviene nei trial registrativi.

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Lo studio real world ha inoltre potuto considerare un numero più ampio di pazienti (1378) rispetto ai trial sperimentali, ed ha confermato – su basi più ampie – l’utilità di tale terapia.
La sopravvivenza mediana, spiega Matthew Ballo, medical director al West Cancer Center & Research Institute di Memphis, “è stata di 22,2 mesi per i pazienti che hanno ricevuto Ttfields rispetto a 17,3 mesi per i pazienti che non l’hanno ricevuta. Secondo la nuova meta-analisi presentata all’Asco, inoltre, è stato osservato un significativo vantaggio in termini di sopravvivenza quando la terapia Ttfields è stata aggiunta alla chemio-radioterapia standard“.

“Lo studio – prosegue il dottor Ballo – ha anche evidenziato che c’è un miglioramento della sopravvivenza globale se il paziente indossa il dispositivo per oltre il 75% del tempo totale, ovvero circa 18 ore al giorno. Secondo l’esperto, questo studio aiuterà nella continua adozione della Ttfield come parte di un approccio terapeutico completo nel glioblastoma: “Dico ai miei pazienti – afferma – che questa è una parte importante dello standard di cura, che consiste in radiazioni, chemio e Ttfields, perché questo approccio si traduce nel miglior risultato”.

Inoltre, il dispositivo “crea un campo elettromagnetico che interferisce con qualsiasi cellula in rapida divisione, quindi ha utilità non solo nel glioblastoma”, rileva Ballo, sottolineando che “le indagini hanno mostrato l’attività di Ttfields in più tumori, come nel carcinoma polmonare non a piccole cellule metastatico al cervello, carcinoma polmonare, pancreatico, epatocellulare, ovarico e nel mesotelioma”.

di silvia De Luca
© Riproduzione Riservata
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