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Il ministero della Salute dice ‘stop’ alle ricette farmaceutiche incomprensibili

Torna a far discutere il fenomeno delle ricette farmaceutiche incomprensibili, spesso legato all’uso di sigle e abbreviazioni. Se sul territorio la ricetta dematerializzata ha fatto molto, negli ospedali questa non è ancora realtà diffusa.

Ricette illeggibili, prescrizioni telefoniche, utilizzo persino di simboli ‘personalizzati’ possono creare danni nella gestione di una terapia farmacologica. Diversi studi hanno evidenziato che la maggior parte degli errori in terapia si verificano durante la prescrizione e riguardano il confondimento tra farmaci con nomi o pronuncia simili oppure tra unità di misura e dosaggi.

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Scrivere, ad esempio, il nome del principio attivo abbreviato invece che per esteso può portare a scambiare farmaco, oppure “1,0 mg” (invece che “1 mg”) può essere confuso con 10 mg”.

Il ministero della Salute ha pertanto emanato da poco la Raccomandazione n.18, che fornisce indicazioni per prevenire gli errori in terapia conseguenti all’utilizzo di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli (non standardizzati) e promuovere l’adozione di un linguaggio comune tra medici, farmacisti e infermieri.

La raccomandazione punta ad una standardizzazione delle definizioni che facilita la comunicazione delle informazioni all’interno della struttura sanitaria e tra strutture sanitarie particolarmente nelle transizioni di cura. Nell’era del digitale una soluzione sarà fornita certamente dall’informatizzazione del processo di gestione del farmaco, collegato all’anagrafica dei pazienti.

A riguardo, ecco cosa sottolinea la Raccomandazione: “dal momento che la prescrizione informatizzata abbatte drasticamente gli errori, bisogna disporre di sistemi informatizzati dotati di apposita legenda che aiutino, qualora si utilizzi ad esempio, un acronimo, ad evidenziarne il significato (in base a quanto stabilito da Aziende sanitarie, Regioni e Province Autonome)”.

E continua: “Analogamente, anche negli studi/ambulatori dei Medici di medicina generale e dei Pediatri di libera scelta e nelle Farmacie di comunità sono necessarie tecnologie che tengano conto di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli “standardizzati” per assicurare (nel rispetto della privacy e della specifiche competenze professionali) la trasmissione e la conoscenza dei dati relativi alla terapia farmacologica e per garantire una completa presa in carico del paziente, la continuità ospedale-territorio, l’implementazione del fascicolo elettronico e il processo della “Riconciliazione farmacologica””.

Il ministero conclude sull’argomento specificando che: “vanno prese in considerazione anche le modalità di integrazione delle informazioni contenute nella cartella clinica informatizzata, nella ricetta elettronica, nei Prontuari regionali e aziendali” e che “si devono prevedere indicazioni anche per l’uso di app mediche se incluse nella procedura aziendale”.

Le Regioni e le Province Autonome contribuiranno alla diffusione della Raccomandazione, le Direzioni aziendali provvederanno all’applicazione monitorandone l’andamento. Le Regioni e Province Autonome, inoltre, includeranno nella valutazione dei Direttori generali le attività di monitoraggio dell’implementazione della Raccomandazione.

DOWNLOAD RACCOMANDAZIONE N.18

di Giuseppe Natoli
© Riproduzione Riservata
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