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Il diabete malattia del secolo: criticità e novità terapeutiche, l’esperto risponde

diabete

Il diabete e l’obesità rappresentano due condizioni che insieme sono già una vera e propria pandemia dai costi sociali e sanitari insostenibili. Il 10% di tutto il fondo destinato alla sanità è destinato alle cure per il diabete ma in realtà solo il 29% della spesa riguardano le terapie della malattia in sé mentre il 50% riguarda la spesa ospedaliera e oltre al 39% assorbito dalle cure delle complicanze.

Dottore Domenico Mannino

Dottore Domenico Mannino

Inoltre, la Sicilia è quarta per prevalenza rispetto alle altre regioni italiane (calabria in testa) ma la mortalità è la più alta d’Italia (seconda solo per le donne). Diabete malattia del secolo e per questo abbiamo voluto porre alcune domande al presidente nazionale dell’AMD, Associazione Medici Diabetologi, Domenico Mannino, direttore della UOC di Diabetologia ed Endocrinologia del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” Reggio Calabria.

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Questo è il mese della giornata mondiale per il diabete, quale significato e quale ruolo ha l’AMD nei confronti dei diabetologi e del paziente affetto da diabete?

Tra gli altri AMD ha il compito di contribuire a migliorare l’informazione e la formazione sul diabete, migliorare l’aspetto comunicativo medico-paziente, che conduce ad una più corretta gestione della malattia, ad una consapevolezza e una gestione adeguata; diagnosi precoce, stili di vita adeguati e monitoraggio continuo della terapia possono essere la soluzione, questo deve essere il messaggio chiaro dei diabetologi“.

Qual è la prevalenza e la consapevolezza del diabete nella nostra popolazione?

I numeri sono allarmanti e destinati a raddoppiare, sia come incidenza che come prevalenza, le persone con diabete sono circa 3 milioni, ed esiste un elevato numero di diabete misconosciuto, stimabile in una percentuale pari ad almeno il 50% di quello noto; per questo una sempre più diffusa informazione e strategie sempre più incisive diventano le chiavi fondamentali per evitare che il diabete continui ad essere una pandemia silenziosa senza considerare l’enorme impatto sociale, clinico ed economico del quale esiste ancora scarsa consapevolezza. Senza alcun intervento, e con un aumento dell’incidenza e della prevalenza del diabete e delle sue complicanze i costi diretti ed indiretti (numero dei ricoveri, aumento delle invalidità dovute alle complicanze, ecc.) continueranno ad aumentare con un conseguente peggioramento della qualità della vita e della soddisfazione per i servizi erogati“.

Qual è l’impatto del diabete sul sistema sanitario nazionale e ci sono differenze tra regioni?

Si stima che l’impatto del diabete sul SSN abbia un costo totale per il trattamento e la cura dei pazienti diabetici in Italia pari a € 20,2 miliardi anno, di cui circa il 53% sono attribuibili ai costi indiretti e il 47% a costi diretti sanitari includendo sia i costi diretti della spesa del SSN che i costi indiretti legati al welfare che ammontano a circa €10,7 miliardi di euro (modello probabilistico Cost of illness che ha stimato i costi diretti ed indiretti del diabete utilizzando i database elettronici: MEDLINE, ISTAT, Ministero della Salute, ISS Epicentro).

Ed è emerso recentemente da un’indagine conoscitiva condotta dall’ANAC sui meccanismi di gara dei dispositivi medici per l’autocontrollo e l’autogestione del diabete (strisce per il controllo della glicemia, aghi penna, lancette pungidito, aghi da penna e siringhe da insulina) che esiste un’evidente disparità tra le regioni sia in termini di assistenza sia in termini di prezzo e quantità, lo stesso strumento infatti viene pagato 5/6 volte in più in alcune regioni. Su un costo totale della spesa sanitaria di circa mezzo miliardo l’anno, quasi la metà si potrebbero risparmiare se i prezzi fossero uniformati alla regione più virtuosa”.

Quali sono le novità terapeutiche per il paziente con diabete?

I nuovi farmaci, considerati innovativi, come ad esempio i DPP4-inibitori, sono in realtà molecole presenti già da anni sul mercato, con un consolidato profilo di efficacia e di sicurezza. Ed anche i SGLT2 inibitori e i GLP-1, agonisti recettoriali si sono dimostrati capaci di agire anche sui fattori di rischio cardiovascolare e renale, complicanze tra le più frequenti e con il più grave impatto sulla qualità e speranza di vita nei pazienti con diabete tipo 2 e che attualmente sono impiegati in una popolazione di pazienti molto ristretta. Seppur il loro costo unitario sia più alto il loro costo si bilancerebbe con il risparmio legato alla minore incidenza di ipoglicemie ed eventi cardiovascolari e renali che tali terapie permettono di ottenere ed anche con un minore utilizzo di risorse per visite, esami, chiamate al 118, accessi al Pronto soccorso e ricoveri dovuti alle complicanze del diabete che costituiscono i maggiori costi della spesa sanitaria“.

Quali sono le criticità che diabetologi e pazienti dovranno affrontare nei prossimi anni?

Le criticità sono già attuali, tagli lineari delle risorse, con conseguente riduzione del personale ed accorpamento delle strutture diabetologiche nonostante lo stimolo dell’adozione di PDTA che garantiscono efficacia ed efficienza degli interventi e l’integrazione delle diverse figure professionali. Nel contesto attuale è quanto mai necessario dimostrare la centralità ed il valore delle competenze del diabetologo che si deve tradurre in un’opportunità per poter riaffermare la mission ed i valori delle persone che ogni giorno operano nei centri, partendo dalla valorizzazione delle proprie capacità, delle radici culturali stimolando ad intraprendere percorsi innovativi.

AMD da sempre opera in tale direzione, fornendo concretamente il proprio contributo al miglioramento del modello assistenziale della cura delle persone con diabete, individuando, ed anticipando, i nuovi scenari assistenziali e rimodellando la figura del diabetologo ai tempi attuali. In tal senso, il recente impegno di AMD mira a riaffermare il valore e la mission dell’associazione adattandole all’attuale cambiamento, applicando strumenti innovativi, non solo tecnologici ma anche culturali, contribuendo a portare valore aggiunto all’intero sistema sanitario“.

L’AMD è società recentemente accreditata presso il Ministero della Salute, che significato ha questo traguardo?

E’ sicuramente un importante riconoscimento, un necessario per ottenere l’accreditamento per la produzione delle linee guida uniche a livello ministeriale alle quali dovranno attenersi tutti gli operatori sanitari nello svolgimento della pratica clinica quotidiana“.

L’AMD insieme alla SID (Società Italiana di Diabetologia) rappresentano le due società più prestigiose e fattive nell’ambito diabetologico.

L’AMD pubblica ogni anno gli Annali AMD che sono uno spaccato dell’attività diabetologica italiana e, insieme alla SID, gli Standard Italiani per la Cura del Diabete Mellito, che invece rappresentano una vera e propria guida comportamentale per il diabetologo nell’interesse del paziente.

Auguriamo al dottore Mannino buon lavoro nell’interesse della comunità diabetologica e delle persone con diabete.

 

di Salvatore Corrao
© Riproduzione Riservata
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