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I long Covid-19 e la complessità clinica: le persone fragili sono più a rischio

Sono più di 150.000 le persone che sono state infettate dal Coronavirus in Sicilia dall’inizio della pandemia. Nel vortice pandemico in cui viviamo, tra inizi delle vaccinazioni e mantenimento delle regole per limitare il contagio, la categoria delle persone fragili è quella più a rischio. La cronicità e la comorbilità (più patologie esistenti nella stessa persona), legate al concetto di complessità clinica, sembrano influenzare il rischio di infezione da Covid-19 e il decorso della malattia. Lo studio statistico effettuato dall’Istituto EpiCentro mostra come più del 65% della popolazione con comorbidità preesistente sia più soggetta ad avere una sintomatologia severa.

Tra le patologie croniche preesistenti osservate nelle persone di ambo i sessi, le più ricorrenti sono: Ipertensione – Diabete – Malattie respiratorie – Cardiopatia – Insufficienza renale – Tumori. È risaputo che il Covid-19 colpisce principalmente il sistema respiratorio causando dispnea, tosse, affaticamento, anoressia e può generare polmoniti con conseguenti insufficienze respiratorie che richiedono il ricovero in rianimazione e l’assistenza meccanica respiratoria. Inoltre si evidenzia come, a fronte di un impegno polmonare dominante, l’interessamento dell’apparato cardiocircolatorio, ha un impatto clinico rilevante perché può avere un valore additivo nell’aggravare il ridotto apporto di ossigeno ai tessuti e organi già provocato dall’insufficienza respiratoria.

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Al quadro della fase acuta, il danno d’organo causato da un’eccessiva risposta infiammatoria causata dal virus, ma anche una reazione autoimmune indotta dal virus stesso, potrebbero essere responsabili dei sintomi del long Covid. Questa fase è caratterizzata, secondo studi recenti, dal “mimetismo molecolare”, cioè il virus potrebbe presentare alcune similitudini con componenti dell’organismo e far quindi generare anticorpi che possono reagire anche contro organismo provocando le manifestazioni cliniche. Oltre ai polmoni e all’apparato muscolo-scheletrico, il cuore, i reni e il cervello sembrano essere i distretti più esposti al rischio di una lunga sequela della malattia.

Se a tutto ciò si aggiunge il problema della cronicità, il quadro diventa ancora più complesso. Ecco perché il connubio sindrome da long Covid – cronicità fa essere il paziente il nuovo malato all’attenzione del Sistema Salute. La sua gestione è tra le maggiori sfide della sanità del futuro.

di Dario Cerasola
© Riproduzione Riservata
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