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Gravidanza, il Diabete gestazionale: una patologia cardiovascolare?

Domenico Greco- Dirigente Medico U.O.C. “Malattie Endocrine, del Ricambio e della Nutrizione

Il reale impatto clinico del  Diabete Gestazionale (GDM), entità nosologica che per definizione compare durante il corso della gravidanza e tipicamente svanisce con la conclusione della stessa,  è stato per lungo tempo probabilmente sminuito proprio per la temporaneità della condizione. Nonostante una sempre maggiore sensibilità dei ginecologi e dei diabetologi, volta in particolare allo screening del GDM (sempre più capillare) e al suo trattamento (sempre più precoce ed efficace),  i possibili risvolti sullo stato di salute futuro della madre, a parto avvenuto, vengono spesso sottovalutati sia dalle stesse pazienti che dalla classe medica. Se infatti ben note sono le conseguenze negative del GDM, materne e fetali, durante il corso della gravidanza (macrosomia, complicanze del parto, ipertensione e preeclampsia,  etc), una mole sempre maggiore di dati sta emergendo in letteratura circa l’esistenza di una relazione tra l’iperglicemia materna in gravidanza e alcune patologie future della prole nonchè con il rischio cardiovascolare della gestante.

Proprio al fine di approfondire i rapporti tra la presenza di un pregresso diabete gestazionale e lo sviluppo di patologia cardiovascolare aterosclerotica, sono stati appena presentati  sulla prestigiosa rivista “Circulation” i risultati  del  “CARDIA Study” (Gunderson et al., pubblicato online il 01 febbraio). Lo studio, prospettico e multicentrico, ha valutato mediante TC il grado di calcificazione delle arterie coronariche (espressione di patologia aterosclerotica e predittivo di futuri eventi cardiovascolari) in 1133 donne giovani-adulte, non diabetiche all’arruolamento,  regolarmente seguite e in tal senso valutate in una o più occasioni a 15-20-25  anni di distanza dal parto.

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Considerando l’intera coorte, significative calcificazioni coronariche erano presenti nel 15% delle donne senza storia di GDM e nel 24,5% nelle donne con GDM pregresso. Tuttavia, il dato più nuovo e interessante che emerge dal lavoro proviene dalla analisi dei gruppi stratificati in base alla condizione glicemica mantenuta negli anni successivi al parto: si evince che tra le donne che abbiano manifestato un GDM, proprio quelle che hanno mantenuto una normale tolleranza glicidica negli anni successivi al parto, presentano un rischio di patologia cardiovascolare aterosclerotica più elevato,  doppio rispetto alle donne normoglicemiche durante la gravidanza. Il rischio, pertanto, risulta maggiormente legato alla storia pregressa di GDM per sé, piuttosto che alla presenza dell’iperglicemia.

I risultati hanno ovvie e importanti ripercussioni cliniche: il GDM può diventare pertanto una valida “spia” del futuro rischio cardiovascolare della madre, indipendentemente dalla comparsa di un diabete manifesto negli anni successivi al parto. Le molteplici alterazioni metaboliche sottostanti alla comparsa del GDM (insulino-resistenza in primis) esporrebbero ad un insulto significativo il sistema cardiovascolare materno anche in modo indipendente dalla presenza o meno di alterazioni della tolleranza glicidica.

Sembra pertanto scontato concludere che la donna con GDM, al momento del parto, non può e non deve essere abbandonata al suo destino: doverosa è la presa in carico del diabetologo per la rivalutazione metabolica a breve distanza di tempo (come da protocolli ormai ben radicati) e, anche in caso di ritorno ad una normale tolleranza glicidica, dovrà essere segnalata  al MMG, seguita e trattata come un soggetto ad aumentato rischio CV. Diventa pertanto necessario iniziare a porre attenzione alla presenza del GDM nella corretta stratificazione del rischio cardiovascolare delle nostre pazienti ed implementare al tempo stesso l’opera di sensibilizzazione al problema nei confronti di ginecologi, medici di medicina generale e cardiologi.

 

Di Domenico Greco

Dirigente Medico U.O.C. “Malattie Endocrine, del Ricambio e della Nutrizione” – P.O. “P. Borsellino” Marsala (ASP Trapani).

di Redazione
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