L’intervento è stato eseguito a fine aprile ed ha risolto brillantemente un caso complesso di fibrillazione atriale. Protagonista l’Unità Operativa Complessa di Cardiologia con UTIC, diretta dal dr. Ignazio Maria Smecca, che ha coordinato il lavoro di un’equipe multidisciplinare di alta specializzazione.
In particolare sono state combinate due procedure interventistiche: una di Emodinamica (Chiusura meccanica dell’auricola sinistra ) e l’altra di Elettrofisiologia (Ablazione per elettroporazione o a campo pulsato). La peculiarità del caso sta in questa combinazione. “L’aver praticato contemporaneamente – spiega Ignazio Smecca – due procedure complesse e distinte, all’interno dello stesso setting assistenziale, ha consentito di evitare una seconda ospedalizzazione, con vantaggi significativi in termini di riduzione del rischio intraoperatorio e conseguente miglioramento del comfort per il paziente, dimesso in sole 48 ore. Il successo di queste attività – rileva Smecca – è il risultato del lavoro di una squadra affiatata, composta da medici, tecnici ed infermieri altamente specializzati, che collaborano, quotidianamente, per offrire cure di eccellenza. La nostra unità è un esempio concreto di come competenze diverse possano armonizzarsi in un progetto condiviso. L’obiettivo del gruppo è continuare a perseguire sempre più alti standard innovativi, mantenendo al centro la sicurezza del paziente e, al contempo, valorizzare la crescita professionale di ogni membro del team”.
In particolare, la procedura di Emodinamica di “Chiusura meccanica dell’auricola sinistra” e’ stata eseguita dal dr. Massimo Benedetto, cardiologo interventista, mentre l’ablazione mediante elettroporazione (PFA- Pulsed Field Ablation) dall’aritmologo ed elettrofisiologo interventista, dr. Gregory Dendramis.
“Ottimizzazione di tempi, risorse e procedure, miglioramento della compliance a beneficio del paziente e, soprattutto, una risposta tempestiva a bisogni assistenziali – commenta la direzione strategica – sono risultati che si devono ad un team multidisciplinare di cardiologi, che rappresenta un valore aggiunto per quest’azienda e, soprattutto, un punto di riferimento sul territorio, per la popolazione affetta da queste forme di aritmia”. “Quanti intendono avvalersi di una Cardiologia fortemente innovativa – specifica in particolare Walter Messina, direttore generale di Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo – che assicura elevate performance assistenziali non sono costretti, oggi, dunque, a migrare verso altri territori per accedere a metodologie e tecnologie avanzate, considerata l’esperienza consolidata dei nostri professionisti”.
La PFA, che a Palermo e provincia in SSN è resa disponibile da ARNAS Civico, a fronte di una lunga esperienza in elettrofisiologia, rappresenta il gold standard secondo le Linee Guida ESC (European Society of Cardiology) per il trattamento della fibrillazione atriale e flutter atriale. “La PFA – spiega Dendramis – sfrutta impulsi elettrici brevissimi e ad alta intensità che agiscono esclusivamente sulle cellule bersaglio coinvolte nella genesi del processo aritmico, generando un fenomeno noto come elettroporazione. Questa modalità di creare danno cellulare, limita peraltro la formazione di fibrosi, ovvero cicatrici, aumentando la sicurezza per i pazienti”. “Secondo studi clinici – continua Dendramis– la PFA ha contribuito a ridurre in maniera significativa i tempi procedurali, mantenendo la stessa percentuale di libertà da fibrillazione atriale ad un anno rispetto a RF (ablazione per radiofrequenza) e CRIO (crioablazione). Ancora in molte realtà si effettua l’ablazione con metodica tradizionale che, invece, sfrutta forme di energia di tipo termico: calore (radiofrequenza) o freddo estremo (crioablazione). Queste ultime determinano il blocco dei circuiti elettrici cardiaci anomali, provocando la morte delle cellule cardiache che li sostengono, ma trattandosi di forme di energia non selettiva possono danneggiare le strutture circostanti (come i nervi, le coronarie o l’esofago). Diversamente la PFA è miocardio- specifica e preserva le strutture sane, vicine alla zona da trattare”. “Si tratta di un esempio virtuoso di integrazione tra competenze emodinamiche e aritmologiche – commenta Giuseppe Cirrincione, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Emodinamica – in grado di ridurre tempi e costi, ottimizzando la gestione clinica in un’unica seduta, a beneficio del paziente e dell’organizzazione”.