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Fibrillazione atriale, al Policlinico Giaccone al via il progetto ‘CallCuore’

La fibrillazione atriale (FA), i cui sintomi più frequenti sono le palpitazioni, polso irregolare, mancanza di respiro, stanchezza, dolore toracico e vertigini, è la più diffusa forma di aritmia e fa aumentare di ben cinque volte il rischio di ictus cerebrale, seconda causa di morte e prima causa di disabilità nel soggetto adulto-anziano.

La terapia più utilizzata si basa sulla somministrazione di anticoagulanti in grado di tenere fluido il sangue, evitando la formazione dei trombi ma studi dimostrano che sono numerosi i pazienti non aderenti alla terapia e, anche tra i pazienti definibili aderenti, in più del 10% dei casi la terapia è assunta in modo non ottimale.

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La Cardiologia del Policlinico Giaccone di Palermo, diretta dal dott. Paolo Zarcone, è tra i primi centri in Italia ad implementare il progetto “CallCuore, un programma ideato per offrire supporto ai Centri clinici nel miglioramento della gestione dei pazienti con fibrillazione atriale(FA) in trattamento con anticoagulanti orali diretti (DOAC).

Il Servizio “CallCuore”, attivato dall’unità operativa di Cardiologia del Policlinico di Palermo, grazie al contributo dell’Alliance Pfizer-BMS, rappresenta un buon esempio di partnership pubblico-privato ideato per migliorare la qualità e l’efficacia delle cure e aumentare l’aderenza di lungo termine alle terapie.

Il programma sarà gestito dalla società DOMEDICA, azienda leader nell’erogazione dei programmi di supporto ai pazienti, e seguirà 80-100 pazienti affetti da fibrillazione atriale. Il progetto durerà un anno e si snoda attraverso un piano che prevede 15 telefonate, 7 SMS e un numero verde dedicato per le chiamate dirette dei pazienti.

Il sistema, completamente gratuito per il Centro e per il paziente, da una parte, permette allo specialista ospedaliero di usufruire di una piattaforma dedicata alla raccolta e condivisione di dati, che gli consente di visualizzare informazioni relative all’aderenza alla terapia con anticoagulanti orali diretti (DOAC)  e monitorare così l’andamento terapeutico dei suoi pazienti e, dall’altra, al paziente di ricevere un supporto personalizzato da parte di un infermiere formato e dedicato che potrà fornirgli informazioni relative alla fibrillazione atriale, rispondere a dubbi e quesiti sulla terapia e gli stili di vita che la influenzano, aiutarlo emotivamente e motivarlo ad essere aderente alle indicazioni dello specialista.

Siamo orgogliosi – ha dichiarato Giuseppe Coppola, referente del progetto con la prof.ssa Egle Corradodi offrire ai nostri pazienti con fibrillazione atriale questo servizio altamente innovativo, realizzato per ridurre la distanza tra professionisti sanitari e utenti. Credo che, in un futuro imminente, le Aziende sanitarie interagiranno sempre più con i loro utenti sul canale mobile e che sarà necessario, a tal fine, riprogettare l’architettura dei sistemi esistenti nelle organizzazioni sanitarie, che sono attualmente orientate più intorno agli operatori  sanitari  che  non ai  pazienti”.

di Manlio Melluso
© Riproduzione Riservata
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