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Fecondazione medicalmente assistita: cos’è e a chi rivolgersi

La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), è un’area della medicina rivolta alla soluzione dei problemi di infertilità e delle difficoltà di concepimento naturale, ha come obiettivo aiutare le coppie con difficoltà ad avere figli con un’assistenza ospedaliera specializzata. La sterilità di coppia, infatti, rappresenta un problema attuale e con un importante impatto sociale.

Secondo le linee guida dell’American Society for Reproductive Medicine, si parla di difficoltà al concepimento dopo almeno 12 mesi di rapporti liberi e non protetti.

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Una diagnosi tempestiva di eventuali patologie, quali insufficiente produzione di spermatozoi o assenza di ovulazione, consente spesso di intervenire sull’infertilità con trattamenti mirati, sia farmacologici sia chirurgici, ma, dove ciò non fosse possibile, la PMA può essere una valida possibilità per concepire.

In base alle cause di infertilità della coppia possono essere utilizzate differenti tecniche, che per legge devono essere applicate con gradualità, cioè cominciando sempre dalle meno invasive (tecniche di primo livello).

Il ricorso alla PMA, negli ultimi sei anni, ha registrato una crescita di quasi il 20%. Le statistiche relative alla procreazione assistita nel nostro Paese, fornite dall’Istituto Superiore della Sanità, mostrano come gli italiani che decidono di intraprendere il percorso della PMA siano sempre più numerosi. Le ragioni di questo trend positivo vanno ricercate nel superamento, nel corso del tempo, degli ostacoli legislativi che impedivano il ricorso ad alcune tecniche.

In Italia il ricorso alle tecniche di PMA è disciplinato dalla legge 40 del 2004, che negli anni è stata sottoposta a varie e radicali modifiche in seguito a interventi da parte della Corte costituzionale, della Corte europea dei diritti dell’uomo o di singoli tribunali italiani.

Divieti:

Le tecniche di PMA rimangono precluse ai single, alle coppie omosessuali e in corrispondenza di menopausa e andropausa. Vietata, inoltre, la fecondazione post mortem, cioè l’utilizzo degli spermatozoi di un marito o compagno deceduto.

La fecondazione eterologa, prima vietata, è invece ammessa in Italia dal 2014, grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, riportata anche dal decreto Lorenzin del 2015.

A chi rivolgersi:

La legge prevede che gli interventi di PMA possano essere realizzati solo nelle strutture pubbliche e private autorizzate iscritte in un apposito registro dell’Istituto superiore di sanità.

Sino ad oggi le prestazioni di PMA erano erogate solo in regime di ricovero. Con i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) sono state inserite nel nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale tutte le prestazioni necessarie nelle diverse fasi del percorso di procreazione medicalmente assistita, omologa ed eterologa. Per tutte le spese connesse alle prestazioni di raccolta, conservazione e distribuzione di cellule riproduttive finalizzate alla PMA eterologa, è previsto un contributo il cui importo è fissato dalle singole Regioni.

Come riportato sul sito ufficiale della Regione Siciliana i centri di PMA autorizzati sono:

Strutture pubbliche

– A.O. Cannizzaro Catania

– ARNAS Garibaldi Catania

– AOU Policlinico Vittorio Emanuele

– Palermo Centro interaziendale di III livello di PMA (ASP PA, AOU Policlinico, AOR Villa Sofia-Cervello – v. D.A, 5 maggio 2015 GURS n. 23 del 5/06/2015)

– AO Papardo Messina

– AO S. Elia Caltanissetta

Strutture private

– CRA srl Catania

– Società cooperativa UMR Catania

– Centro Ambra c/o Nuova casa di cura Demma Palermo

– Centro Andros srl Palermo

– Centro di Biologia della Riproduzione Palermo

– Centro Genesy Palermo

di Raffaella Mallaci Bocchio
© Riproduzione Riservata
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