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Farmaci per il trattamento dell’ipertiroidismo: attenzione al metimazolo

ipertiroidismo

L’Agenzia Italiana del Farmaco con la sua Pillola dal Mondo (n. 1569) allerta medici e pazienti dei pericoli di un farmaco usato nel trattamento dell’ipertiroidismo. Si tratta del metimazolo indicato anche col nome di tiamazolo.

Di seguito si riporta integralmente la parte specifica della nota diffusa dal sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

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(1) Rischio di pancreatite acuta 

  • In seguito all’assunzione di carbimazolo/tiamazolo sono stati segnalati casi di pancreatite acuta.
  • Nel caso in cui un paziente presenti pancreatite acuta, il trattamento con carbimazolo/tiamazolo deve essere interrotto immediatamente.
  • Dato che la riesposizione potrebbe determinare il ripresentarsi della pancreatite acuta, con un più rapido tempo di insorgenza, questo medicinale non deve essere somministrato a pazienti con storia di pancreatite acuta in seguito all’assunzione di carbimazolo/tiamazolo.

(2) Rafforzata l’avvertenza sulla contraccezione 

  • Una nuova revisione dei risultati di studi epidemiologici e dei casi spontanei rafforza l’evidenza che il carbimazolo/tiamazolo sia sospettato causare malformazioni congenite quando somministrato durante la gravidanza, in particolare nel primo trimestre e ad alte dosi.
  • Le donne in età fertile devono utilizzare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con carbimazolo/tiamazolo.
  • L’ipertiroidismo nelle donne in gravidanza deve essere trattato adeguatamente per prevenire gravi complicazioni nella madre ed nel feto.
  • Il carbimazolo/tiamazolo deve essere somministrato durante la gravidanza soltanto a seguito di una rigorosa valutazione del rapporto beneficio/rischio per ogni singolo caso e solo alla dose efficace più bassa senza somministrazione supplementare di ormoni tiroidei.
  • Se il carbimazolo/tiamazolo viene utilizzato durante la gravidanza, si raccomanda un monitoraggio attento della madre, del feto e del neonato.

Buona norma da parte del medico sarà quello di informare correttamente il paziente in terapia e controllare rapidamente gli enzimi pancreatici (in particolare la lipasemia)  in caso di sintomi che possono essere suggestivi di pancreatite. Le donne fertili debbono essere consapevoli del rischio di alte dosi di metimazolo assunte durante il primo trimestre di gravidanza. In entrambi i casi i pazienti debbono far riferimento al loro medico per non incorrere in pericolosi fai da te.

di Salvatore Corrao
© Riproduzione Riservata
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