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Falsi malati a Siracusa per avere la pensione. Razza: “Crimine contro chi soffre”

Pazienti sedati per apparire malati, finti parenti e false badanti che li accompagno a visita. Presentazione di Falsi esami diagnostici e strumentali, come referti di Tac e di Ecodopller. Sono tra gli episodi emersi dalle indagini dell’operazione ‘Povero Ippocrate‘ su Falsi invalidi dei carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura di Siracusa con 73 indagati, compresi 17 medici, 12 dell’Asp e cinque dell’Inps, e il presidente della commissione medica dell’Inps.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Sabrina Gambino e dai sostituti Tommaso Pagano e Salvatore Grillo, ha anche fatto luce sulla dazione di ‘mazzette’. Nell’ordinanza del Gip Carmen Scapellato sono allegate le riprese video dei carabinieri sui passaggi di denaro in favore dei medici corrotti. Il ‘sistema’, secondo l’accusa, che si serviva anche dell’appoggio di alcuni patronati, prevedeva che in alcuni casi che il falso invalido venisse istruito sul comportamento da tenere durante la visita di accertamento davanti la commissione dell’Inps.

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In particolare, al candidato alla pensione era spiegato come simulare determinati sintomi e gli erano consegnati dei referti falsificati. I finti parenti e le false badanti servivano a descrivere e confermare la presenza assidua dei sintomi simulati dal candidato.

Rubare sulla invalidità è un crimine contro chi soffre e sottrae le risorse che lo Stato e la Regione destinano a persone con disabilita’. I fatti oggetto dell’indagine, coordinata dalla procura di Siracusa, confermano un quadro desolante e poco importa che essi siano riferiti a un periodo risalente ad alcuni anni oppure che nelle scorse settimane, dopo tanto tempo, la direzione generale dell’Asp abbia opportunamente provveduto ad avviare le procedure per il rinnovo delle commissioni di invalidità“. Lo ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, commentando l’inchiesta ‘Povero Ippocrate’. “Ho già dato mandato al direttore dell’Asp di Siracusa – prosegue Razza – di avviare subito i provvedimenti disciplinari previsti dalla legge nei confronti dei dipendenti dell’Azienda coinvolti nell’inchiesta. Il rispetto delle garanzie individuali è un principio di civiltà giuridica, ma esistono responsabilità che possono essere autonomamente accertate rispetto alle quali non si deve esitare“.

di Redazione
© Riproduzione Riservata
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