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Docenti universitari sul Green Pass: “E’ discriminatorio”. Il ministro: “Pensare agli altri, non a se stessi”

Sono oltre 300 i docenti universitari in Italia che si sono uniti ad un appello lanciato lo scorso venerdì che ha visto raccogliersi centinaia di firme in poche ore. I firmatari ritengono discriminatoria l’introduzione del Green Pass e ribadiscono che “l’Università è un luogo di inclusione” e intendono “avviare un serio e approfondito dibattito sui pericoli di una tale misura”. Citano inoltre l’articolo 32 della nostra Costituzione, secondo il quale ‘Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana’.

Tra questi docenti vi è anche Alessandro Barbero, storico, accademico e scrittore italiano, ordinario di storia medievale al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro a Vercelli, che in un convegno Fiom-Cgil del 4 settembre a Firenze ha dichiarato: “Un conto è dire ‘Signori abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario, e di conseguenza, adesso introduciamo l’obbligo’: non avrei niente da dire su questo. Un altro conto è dire ‘no, non c’è nessun obbligo, ma semplicemente non puoi più vivere, non puoi più andare all’università: però non c’è l’obbligo nel modo più assoluto’“; cita poi il Sommo Poeta affermando: “Credo che Dante il girone degli ipocriti avrebbe trovato modo di riempirlo fino a farlo traboccare, con i nostri politici”.

È intervenuto anche il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, che su Radio 24 ha dichiarato sul Green Pass universitario: “Bisogna pensare agli altri in questo momento e non a se stessi. Esiste una libertà collettiva che ha prevalenza e il mondo dell’università è quello dove la dialettica è forse al suo massimo”. “Gli studiosi sono persone, hanno le loro opinioni e convinzioni: io li ascolto assolutamente perché credo serva sempre ascoltare, ma poi bisogna tenere ferma la barra e andare avanti”.

Infine, il leader Cgil Maurizio Landini, alla Festa del Fatto Quotidiano ha così commentato: “Temi come l’obbligo vaccinale o il green pass debbano essere inseriti da una legge: il governo si deve assumere la responsabilità. Il green pass che non prevede nessun obbligo ma anche solo l’utilizzo di un tampone, è solo un modo di aggirare la questione che Parlamento e Governo non sono in grado di risolvere. Anzi, il green pass per le mense è stato un atto di furbizia”. “Non strizziamo nessun occhio ai no vax visto che chiediamo al governo di introdurre la vaccinazione obbligatoria per legge: è una forzatura, anzi solo il tentativo di screditare il sindacato per dire che non siamo persone con cui poter discutere delle scelte future”.

Conclude: “Utilizzare il green pass per introdurre divisioni nei posti di lavoro è sbagliato: se poi si prevederà un green pass senza obbligo non esiste che che una persona per lavorare si debba pagare il tampone che invece deve essere gratuito. E questo per noi è un altro elemento preciso”.

di Aurora Chiappara
© Riproduzione Riservata
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