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Diabete mellito tipo 1: l’esercizio fisico può compromettere la performance del “FreeStyle Libre”

freestyle libre

Su Diabetic Medicine, una rivista dell’associazione Britannica che lotta il diabete è stato pubblicato, il 31 gennaio 2019, un interessante studio sull’accuratezza di un sistema innovativo di monitoraggio della glicemia in pazienti affetti da diabete mellito tipo 1 sottoposti ad esercizio fisico controllato (55 minuti di cicloergometro a moderata intensità per 5 giorni consecutivi).

Il sistema studiato si chiama FreeStyle Libre ed è già utilizzato in Italia e in Sicilia. Questo sistema consiste in un cerotto resistente all’acqua che in realtà permette di inserire un sensore nel sottocute misurando ad intervalli i livelli di glucosio nel liquido interstiziale.

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Questi dati vengono poi trasmessi ad un lettore che li rende disponibili, con i relativi allarmi di iperglicemia o ipoglicemia, al paziente con profili glicemici delle 24 ore. Questi dati sono disponibili anche per la lettura da parte del proprio medico.

Questo studio deve allertare medici e pazienti che usano il FreeStyle Libre per monitorare la glicemia e che fanno una attività fisica anche moderata.

Infatti, anche se su piccoli numeri, i dati dimostrano una differenza del 22% tra i valori glicemici del FreeStyle Libre e quelli ottenuti con metodi affidabili che determinano la glicemia da sangue capillare.

Inoltre, ancora più allarmante è il dato che riguarda l’ipoglicemia perché la differenza raggiunge e supera il 36%. L’ipoglicemia è una temibile complicanza della terapia insulinica che può manifestarsi in  modo subdolo fino al coma e non deve meravigliarci che vengano messi in commercio device che non sono stati sufficientemente testati nella popolazione. Infatti la legislazione italiana è meno restrittiva sui device che sui farmaci.

Quest’ultimi necessitano di un numero consistente di sperimentazioni cliniche che attestino la sicurezza e l’efficacia prima di potere essere commercializzati ed inoltre le indicazioni rispecchiano strettamente le caratteristiche cliniche dei soggetti selezionati. Questo studio dimostra che ogni device sia diagnostico che terapeutico deve essere valutato con molta attenzione al di la di facili entusiasmi legati ad un superamento, a volte solo apparente, delle vecchie tecnologie.

di Salvatore Corrao
© Riproduzione Riservata
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