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Coronavirus e l’arrivo della seconda ondata: come affrontarla al meglio

salvatore corrao

La seconda ondata COVID-19: “Speriamo che me la cavo”?

Siamo in una pandemia o no? Questo è l’incipit di un recente articolo su Wall Street International di un esperto italiano di epigenetica, Ernesto Burgio. All’inizio della pandemia avevo provato a fare ordine tra chi sottovalutava e chi ci ricordava l’importanza del fenomeno definito il 30 giugno dall’OMS emergenza sanitaria di interesse internazionale (https://www.sanitainsicilia.it/salvatore-corrao-spiega-la-lite-clementi-guerra-e-le-verita-su-covid-19_407319/) e tutti i dati indicavano già dall’inizio dei primi clamori che il virus SARS-Cov-2 aveva tutte le caratteristiche di virus pandemico a partire dal modo e velocità con cui si diffonde e dal danno a organi ed apparati che è in grado di causare agli individui suscettibili.

Salemi_mobile

Anche in questo caso avevo fatto una disamina della malattia che causa, la COVID-19, indicando la necessità di un approccio multidisciplinare con una visione internistica visto che lo specialista di medicina interna è vocato (nel migliore dei casi ovviamente) alla gestione di patologie complesse scegliendo il miglior percorso diagnostico-terapeutico in collaborazione con le altre figure specialistiche (https://www.sanitainsicilia.it/covid-19-una-malattia-sistemica-scatenata-da-un-virus_406917/). Quindi la diffusibilità e le conseguenze cliniche seppur in una percentuale limitata di casi ne fanno un virus pandemico con le relative conseguenze sotto gli occhi di tutti. Eppure, esimi colleghi – adesso – sconfessano quanto detto all’inizio senza ammettere l’errore madornale di aver espresso avventate opinioni personali non basate sulle evidenze scientifiche generando confusione nei profani cittadini.

Il recente coinvolgimento di figure forti come Berlusconi e Trump che avevano in modi differenti sconfessato la valenza pandemica e l’importanza clinica del virus hanno contribuito a rivalutare da parte di molti le posizioni iniziali. Noi in Sanità in Sicilia vi abbiamo sempre presentato fatti ed evidenze scientifiche sperando di avere dato ai lettori opinioni si ma equilibrate e basate sui dati scientifici. Siamo di fronte ad una pandemia con conseguenze sociali ed economiche di grande impatto, qualcuno direbbe apocalittiche, e quindi abbiamo bisogno tutti di capire meglio la situazione in questa seconda ondata offrendo a lettori e decisori elementi di riflessione per fronteggiare meglio questo momento sperando che non ci travolga come un tzunami per banali e ulteriori sottovalutazioni del fenomeno.

Per questo ritengo utile elencare in un decalogo alcune riflessioni spero chiare e semplici per tutti:

  1. Distanziamento, mascherina e lavaggio delle mani sono di estrema utilità fino a quando non avremo una cura per questo virus;
  2. L’osservanza delle regole al punto 1. permetteranno di abbattere in modo drastico la diffusione di altri virus respiratori incluso quello influenzale;
  3. la mascherina è indispensabile quando il distanziamento non può essere rispettato;
  4. gli assembramenti sono da evitare soprattutto in luoghi chiusi e per diverso tempo;
  5. in caso di decisioni che possono tendere a limitare le attività produttive e ludiche, al fine di evitare assembramenti, si tenga anche conto che la scuola e le lezioni in genere rappresentano una sistematica modalità di assembramento, spesso poco controllata (pensiamo ai ragazzi prima dell’ingresso in aula e durante le pause), in luoghi chiusi e per ore; subito dopo vengono i trasporti anche se spesso per periodi più limitati; solo dopo si dovrebbero considerare tutte le altre attività;
  6. i bambini e i giovani in caso di infezione (ingresso e replicazione del virus SARS-Cov-2) sono asintomatici (cioè senza alcun sintomo), molto più spesso degli adulti, e quindi possono diffondere più facilmente il virus e far ammalare di COVID-19 i più anziani;
  7. smettere di fumare e un buon stile di vita, inclusa l’alimentazione, sono elementi fondamentali per affrontare meglio la eventuale malattia;
  8. tutte le patologie croniche devono essere controllate ed adeguatamente curate per poter affrontare meglio la eventuale malattia;
  9. il numero delle ospedalizzazioni (dei ricoveri) ed il loro andamento rappresenta un indicatore più affidabile del numero dei contagi per seguire la situazione e per la corretta programmazione della risposta sanitaria al problema COVID-19;
  10. il numero dei ricoveri in terapia intensiva rappresenta un indicatore della qualità della risposta del sistema sanitario; prima vengono ricoverati i pazienti COVID-19 sintomatici e meglio vengono trattati, meno ricoveri in terapia intensiva ci saranno, così come meno morti.

 

Ovviamente non sono state esaurite tutte le possibili riflessioni ma sarebbe utile che i lettori ponessero alcune domande anche per potere indirizzare meglio l’informazione scientifica verso i bisogni dei cittadini.

Il grafico riporta la situazione attuale con la relativa previsione dei ricoverati a 30 giorni. Bisogna considerare che le previsioni si possono modificare con l’aumentare dei dati disponibili e nuovi fattori possono intervenire a modificare anche drasticamente il numero previsto. Per questi motivi abbiamo deciso di aggiornare la situazione settimanalmente, con la relativa previsione, grazie all’aiuto degli esperti della Nursing & Health-care Association.

 

di Salvatore Corrao
© Riproduzione Riservata
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