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Coronavirus, in Sicilia porti e aeroporti monitorati a tappeto

“Patologie infettive tra vecchi e nuovi nemici – Coronavirus & Co”. Sul tema Polizia, istituzioni e infettivologi hanno fatto il punto alla caserma Lungaro di Palermo il 10 febbraio scorso per definire procedure operative, condividere informazioni, responsabilità e formazione per bloccare in Sicilia l’epidemia globale da coronavirus (2019-nCoV) partita dalla città cinese di Wuhan.

Ad aprire i lavori sul ruolo della Polizia il I° dirigente medico, Roberto Asaro (ufficio sanitario provinciale – questura di Palermo), che fa parte anche del comitato scientifico organizzativo del convegno insieme al medico superiore Gaspare Cusumano (Ufficio sanitario provinciale dell’XI reparto mobile di Palermo).

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In una lontanissima possibilità di diffusione in Sicilia del coronavirus scattano le procedure di soccorso pubblico. “Siamo i primi ad intervenire – ha detto Asaro -, e in un nuovo potenziale scenario epidemico sul territorio il nostro compito è di attualizzare le informazioni e trasmetterle alle istituzioni coinvolte, fornendo anche direttive univoche su procedure e percorsi aderenti al nostro protocollo. Una concertazione indispensabile e tempestiva su più livelli per evitare la diffusione di informazioni distorte e fuorvianti”.

In applicazione delle nuove direttive stabilite dal Commissario per l’emergenza coronavirus Borrelli, di concerto con la task force del Ministero della Salute “sono state implementate anche in Sicilia i controlli sanitari – ha spiegato il direttore regionale del ministero della Salute Claudio Pulvirenti – . Oggi monitoriamo la temperatura di tutti i passeggeri che arrivano con voli internazionali e da Roma con il coordimaneto della sanità aerea del Ministero della Salute e la collaborazione dei volontari della Protezione civile per l’aeroporto di Catania Fontanarossa. Per l’aeroporto Falcone- Borsellino di Palermo siamo supportati dalla Croce rossa italiana. Lo stesso avviene nei porti con le navi navi, per le quali il regio decreto della cosiddetta libera pratica sanitaria è stato allargato a tutte le imbarcazioni, soprattutto alle navi crociera. Qualora un passeggero rientrasse nei casi sospetti previsti dalle linee guida del Ministero scattano subito tutte le procedure sanitarie di biocontenimento”.

Oggi il biocontenimento è una procedura consolidata che isola i soggetti infettivi. “Lavoriamo su questo fronte già dal 2015 – ha detto il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato – perché le malattie infettive non sono un evento episodico, ma un parte importante della medicina e della sanità pubblica con ricadute che cambiano in base ai progressi della ricerca e della conoscenza. Oggi l’Omceo di Palermo è l’ente attuatore di un progetto ministeriale mirato alla definizione di processi e possibili misure di contenimento in situazioni d’emergenza. Oltre alle attività formative attraverso un pool di esperti (focal point) altamente qualificati e in possesso di specifiche competenze in materia di biocontenimento, il progetto prevede anche un addestramento ‘realistico’ periodico per validare i Piani di preparazione e di risposta. Una formazione sul campo affiancata da format educativi per il personale sanitario delle Aziende sanitarie regionali, del personale laico e non afferente alle pubbliche amministrazioni che a vario titolo intervengono nella gestione delle emergenze riconducibili al biocontenimento”.

di Manlio Melluso
© Riproduzione Riservata
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