Sanità in Sicilia

Coronavirus, il CIMO: “Carenza di DPI per gli operatori sanitari nell’Isola”

Riceviamo e pubblichiamo la nota a firma del segretario regionale per la regione Sicilia del Cimo, Giuseppe Riccardo Spampinato, che evidenzia la scarsa disponibilità di dispositivi per la protezione individuale per il personale medico e infermieristico in piena emergenza coronavirus.

“La scrivente Segreteria Regionale CIMO Sicilia rappresenta lo stato di gravissima carenza di dispositivi di protezione individuale Regionale, con gli operatori sanitari costretti all’utilizzo delle carenza di DPI più adeguati alla situazione epidemica attuale (fPP2 e fPP3), e persino al loro riutilizzo ben oltre le indicazioni fornite sia dalle ditte costruttrici che dalle più accreditate organizzazioni scientifiche nazionali ed internazionali presidi medicali. La carenza riguarda anche altri DPI tutti presidi indispensabili per consentire l’adeguata protezione del perosnale infermieristico e tecnico-sanitario durante lo svolgimento della prestazione lavorativa che li pone a continuo contatto con pazienti potenzialmente positivi al coronavirus e/o con pazienti con infezione già accertata. La situazione attuale è prossima dall’arrivare al un punto critico di non ritorno perché a fonte del costante incremento del numero dei contagiati e dei ricoverati negli ospedali siciliani si assiste al concomitante decremento dell’arrivo dei suddetti DPI. Il perdurare della grave situazione rappresentata espone il personale sanitario ad un rischio di contagio ben più elevato rispetto alla norma contrazione del numero di operatori in servizio le cui ricadute in un momento portata è superfluo sottolineare. Si chiede pertanto ai soggetti istituzionali destinatari della presente nota regionali attribuiscono alla Protezione Civile Nazionale la responsabilità del mancato o insufficiente rifornimento dei DPI, di attivarsi nel più breve tempo possibile per risolvere tale incresciosa situazione onde evitare l’aggravarsi delle già note criticità assistenziali delle pubbliche della Regione, non potendo escludere, con il perdurare delle carenze rappresentate, anche eventuali defezioni di un personale sanitario che ha anche l’obbligo morale di salvaguardare la salute propria e dei propri familiari e insidiosa senza gli strumenti per affrontarla”.

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© Riproduzione Riservata
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