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Consiglio Superiore di Sanità: membri esclusi in virtù del passato politico

ministero della salute

La recente vicenda del mancato rinnovo di membri “non di diritto” (e, come tali, non nominati e non revocabili) del Consiglio Superiore di Sanità apre la porta a diverse considerazioni di carattere etico-sociale.

Come si legge nella sua definizione istituzionale, il CSS è “organo di consulenza tecnico-scientifica del Ministero della Salute”. E qui già nasce una questione di carattere semantico. Purtroppo il termine “consulenza” (dal latino consulere) ha assunto nella nostra lingua un significato decisamente riduttivo. Basti pensare al significato del voto “consultivo” cioè un voto che non è in sé deliberativo ma si limita a fornire indicazioni e orientamenti di cui il richiedente potrebbe alla fine non tener conto. Molto più appropriatamente nella lingua inglese il verbo to consult interpreta meglio il significato originario del termine indicando il consultare come si consulta un elenco telefonico o l’orario ferroviario, cioè per fare o scegliere quanto dal risultato della consultazione emerge.

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Nel caso in oggetto questo “organo consultivo” è stato ulteriormente ridotto e mortificato non rinnovando la nomina dei suoi componenti che, di per sé, dovevano o potevano rimanere in carica ancora per alcuni anni. Ma quello che più sorprende e sconcerta è la motivazione cioè il non “gradimento politico” di alcuni di essi. Indubbiamente l’abominevole prassi dello spoil system ci ha abituati a tutto questo ma nel caso in oggetto vi è stata una sorta di grande epurazione in cui nomi di assoluto prestigio (non li elenco neanche a titolo esemplificativo per non fare torto ad altri) vengono esclusi in virtù del passato politico loro o persino di alcuni familiari. Tutto questo molto da pensare e a nulla serve il solito giochino del non volevo dire questo, non c’entra niente, è stato un equivoco, non ho mai pensato di farlo ed altre puerili, simili giustificazioni.

Sta di fatto che quello che dovrebbe essere un dicastero di grande delicatezza e responsabilità che riguarda tutti i cittadini dalla culla alla tomba, ben più importante e delicato di chi fa credere che l’Italia sia assediata e invasa da un pugno di disperati di cui si aumenta la disperazione, venga gestito in riferimento a dichiarati o nascosti diktat politici. Tutto questo ha il sentore di vecchie epurazioni in cui scienziati del calibro di Fermi furono costretti a emigrare.

Credo sia venuto il tempo di “consultare” per davvero le menti migliori che abbiamo in Italia e che fanno parte di un organo che dovrebbe costituire il fiore all’occhiello dello stesso Ministero. Non dimentichiamo quanto avvenuto col “pasticciaccio brutto” dei vaccini: prima revocati, poi accolti in parte, poi decurtati, Il tutto senza il rigore scientifico che proprio il Consiglio Superiore di Sanità e, al tempo stesso, l’altro organo di diversa natura e competenze come l’Istituto Superiore di Sanità cercano di portare avanti. E, guarda caso, anche lì non vi sono state aperte cacciate ma “spontanee” dimissioni variamente giustificate

Ovviamente questo non significa che si tratti di organi o componenti perfetti, immuni da possibili critiche o errori ma tutto questo riguarda altri piani di valutazione che esulano da quello politico-partitico soprattutto se effettuato con dinamiche di tipo collettivo più che personale.

E così continuiamo ad avere politiche che dimenticano i problemi sanitari del paese e si allineano su diktat verticistici o di un presunto “popolo del web” che dovrebbe avere potere decisionale rispetto a chi ha dedicato la sua vita allo studio e all’attenzione per la salute dei cittadini.

E così continuiamo a diffondere la paura per i vaccini (solo di recente contrastata da opportuni spot pubblicitari arrivati quando il danno era già fatto); continuiamo a dequalificare la classe medica (tanto a che serve la laurea o lo studio, in fondo Google cura benissimo); persistiamo nel non far niente per la prossima grave penuria di medici nel nostro paese (che porterà a una colonizzazione da altri Paesi sempre che no  chiudiamo le frontiere anche a loro); continuiamo a far  morire i bambini per pratiche rituali più o meno clandestine, a non trovare rimedio alla medicina difensiva, ad avere organi ospedalieri carenti che massacrano il personale sanitario che deve coprire i turni, ad essere invasi da farmaci inutili che rimpinguano alcune ditte farmaceutiche a scapito del cittadino ed altro ancora.

L’elenco, infatti. è lungi dall’essere esaustivo ma vuole solo esemplificare come questi dovrebbero essere gli obiettivi della classe dirigente in sanità.

Se c’è una Politica (con la “P” maiuscola come si suol dire) questa deve avere come oggetto la persona umana nelle sue condizioni di maggiore sofferenza e fragilità, essere al servizio dell’uomo. Come diceva un antico aforisma ippocratico “dove amore per l’arte (medica) c’è amore per l’uomo”.

Vorrei integrarlo dicendo che solo se c’è amore per l’uomo c’è amore per l’arte medica. Nella scuola di egoismo che si sta realizzando in questi mesi nel nostro Paese credo sia assolutamente necessario un colpo d’ala che, proprio a partire dell’uomo malato possa far riscoprire un diverso sentire, cioè la natura del nostro essere pienamente umani.

E così come in una struttura sanitaria il primo compito delle figure apicali prima ancora di verificare bilanci e competenze dovrebbe essere quello di valutare l’humanitas dei suoi operatori ritenendo colpa gravissima non rispettarlo, così nell’ambito di un Ministero che nella salute dei cittadini trova la sua identità istituzionale il primo obiettivo dovrebbe essere quello di far sì che i suoi organi, le persone di cui si compone, le sue deliberazioni abbiamo sempre come unico ed esclusivo obiettivo il ben-essere dei cittadini.

A scrivere per sanitàinsicilia.it, Salvino Leone, Presidente dell’Istituto di Studi Bioetici “S. Privitera” e del Comitato Etico “Palermo 1”, Docente di Bioetica alla Scuola di Specializzazione di Medicina Legale, UniPA.

di Salvino Leone
© Riproduzione Riservata
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