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Biotestamento, l’importanza di “Conoscere per scegliere” CLICCA PER IL VIDEO

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Solo lo 0,4% degli italiani ha depositato le disposizioni anticipate di trattamento e solo 10 mila persone l’hanno fatto in Sicilia.

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Questo registra un vuoto nell’utilizzo di questo strumento, determinato dalla mancanza di conoscenza. Difatti, lo stesso Ministero, non ha mai fatto una campagna divulgativa.

Proprio per questo a Palermo si è fatto il punto sulla situazione e su come veicolare questo diritto per il proprio futuro con “Conoscere per scegliere”.

L’evento è stato promosso dal Comune di Palermo che si è tenuto all’Auditorum Ex Noviziato dei Crociferi, organizzato dalla Samot e dal dottor Giorgio Trizzino, fondatore dell’Hospice del Civico di Palermo.

 “Quello del testamento biologico è un argomento, forse ancora poco conosciuto, con uno straordinario impatto sulle coscienze di ciascuno di noi e sulle famiglie. Personalmente credo che sia giusto interrogarsi e acquisire consapevolezza della propria volontà su quale percorso si intenda adottare avvicinandosi alla fine del percorso di vita. Lo ritengo principalmente un atto di responsabilità verso i propri cari e di civiltà“, ha detto il sindaco Roberto Lagalla.

Mentre l’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo ha aggiunto che: “Per far crescere la consapevolezza al diritto di poter decidere il proprio futuro bisogna fare formazione e informazione, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche sociali”.

Biotestamento

Tania Piccione, responsabile di Samot ha spiegato che: “Le disposizioni anticipate di trattamento, comunemente definite “testamento biologico” o “biotestamento”, sono regolamentate dall’art. 4 della Legge 219 del 22 dicembre 2017, entrata in vigore il 31 gennaio 2018. In previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte, la Legge prevede la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari”.

La dottoressa ha inoltre aggiunto che “È importante acquisire adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte relative al rifiuto o consenso a determinati accertamenti diagnostici, scelte terapeutiche e singoli trattamenti sanitari, insieme a un proprio medico di fiducia”.

La redazione delle DAT può avvenire in diverse forme:

  • dal notaio (sia con atto pubblico, sia con scrittura privata in cui la persona scrive autonomamente le proprie volontà e fa autenticare le firme dal notaio), in entrambe i casi il notaio conserva l’originale
  • presso l’Ufficio di stato civile del Comune di residenza (con scrittura privata) che provvede all’annotazione in un apposito registro, ove istituito (vedi  la  circolare del Ministero dell’interno):
  • presso le strutture sanitarie competenti nelle regioni che abbiano regolamentato la raccolta delle DAT (con scrittura privata);
  • presso gli Uffici consolari italiani, per i cittadini italiani all’estero (nell’esercizio delle funzioni notarili).

Le DAT sono esenti dall’obbligo di registrazione, dall’imposta di bollo e da qualsiasi altro tributo, imposta, diritto e tassa.

Nel caso in cui le condizioni fisiche del paziente non lo consentano, le DAT possono essere espresse attraverso videoregistrazione o dispositivi che consentano alla persona con disabilità di comunicare.

di silvia De Luca
© Riproduzione Riservata
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