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Alimentazione transculturale. Quando la dieta sana diventa anche multietnica

L’Italia è ormai, a tutti gli effetti, un Paese multietnico e multiculturale in cui sono rappresentate 194 etnie e professate 18 religioni. Non è difficile trovare sugli scaffali del supermercato miglio, quinoa, sorgo, tempeh, guava e altri cibi non di origine Europea.

Di fronte a cambiamenti così radicali della nostra società il nutrizionista deve aggiornare spesso il suo bagaglio di conoscenze su un’alimentazione globalizzata e saper suggerire una strategia nutrizionale personalizzata e inserita nel contesto socio-culturale e religioso.

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I cibi “stranieri” alla nostra cultura e alla nostra quotidianità sono ormai di uso sempre più diffuso, tanto che la Società Italiana di Pediatria ha proposto una rivisitazione della classica piramide alimentare mediterranea, come strumento di educazione alimentare per tutti i bambini, ma che è molto utile anche agli adulti: una Piramide Alimentare Transculturale che cerca di racchiudere e mantenere le peculiarità dei diversi Paesi del mondo.

I principi della Piramide alimentare transculturale sono quelli della dieta mediterranea, integrata da cibi multietnici:

  • Elevata assunzione di verdura, legumi, frutta, noci e cerali integrali;
  • Consumo di pesce medio alto;
  • Elevata assunzione di acidi grassi insaturi (olio di oliva);
  • Basso intake di acidi saturi grassi e di prodotti caseari;
  • Ridotta assunzione di carne, soprattutto rossa;
  • Apporto moderato di sale;
  • Attività fisica quotidiana.

Le indicazioni della piramide transculturale rappresentano un importante tassello di questa nuova strategia nutrizionale e sono state diffuse non solo negli studi pediatrici, ma anche nelle scuole e nelle comunità che accolgono la popolazione multiculturale nel nostro Paese.

La piramide multietnica si fonda, come quella più tradizionale, su un largo consumo di frutta e verdura, dalle tre alle cinque porzioni al giorno. Più in alto nella piramide troviamo, come altra novità, i semi: che siano di lino o zucca una porzione al giorno rende più gustosi gli snack o le insalate e arricchisce la dieta di acidi grassi polinsaturi essenziali.

Quindi perché non fare uno spuntino con una fettina di mango, un avocado toast o uno yogurt con aggiunta di semi di chia, senza dimenticare di alternare con una fettina di pane con olio extravergine di oliva.

Possiamo scegliere di pranzare con una porzione di sushi, con nachos e guacamole, alternando con una zuppa di legumi o una porzione di cous cous di pesce. Le scelte sono veramente infinite! Un’alimentazione varia può solo essere vantaggiosa, ma senza dimenticare mai di controllare la quantità e la qualità di quello che scegliamo.

Nell’ottica dell’integrazione e della scoperta di nuovi sapori va quindi pensata una dieta mediterranea integrata con alimenti e sapori tipici delle altre etnie, strumento di unione e di conoscenza.

di Raffaella Mallaci Bocchio
© Riproduzione Riservata
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